Un professore turco sta per essere processato per “propaganda terroristica” per una domanda in un esame sul capo dei ribelli curdi incarcerato,lo ha riportato martedì il quotidiano turco Hurriyet fra crescenti preoccupazioni per la libertà di espressione in Turchia.
Alla fine del corso sulle poitiche e le istituzioni turche,il professore dell’Università di Ankara Resat Baris Unlu ha impostato ai suoi studenti una domanda comparando due documenti scritti dal fondatore del fuorilegge partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK), che sta attualmente scontando l’ergastolo in carcere.
Il documento chiede agli studenti di comparare il manifesto di Abdullah Ocalan del 1978 intitolato ‘La via della rivoluzione del Kurdistan”ed una articolo che egli aveva scritto nel 2012 chiamato”La modernità democratica come costruzione del sistema locale in Medio Oriente”.
I procuratori di Ankara hanno sequestrato la domanda decidendo che il suo intento era di “legittimare (Ocalan) le opinioni e imprimere agli (i suoi studenti) l’idea che era un leader politico.”Nonostante gli sforzi di intervento da parte del preside della facoltà in nome della “libertà accademica”.,il procuratore ha ordinato al professore di presentarsi in tribunale raccomandando che sia condannato alla condanna di sette anni di prigione.
Il quotidiano ha affermato che l’udienza è stata fissata per mercoledì.
I pubblici ministeri turchi hanno aperto una indagine criminale lo scorso mese su di un popolare talk show televisivo sul sospetto che aveva trasmesso “propaganda terrorista” quando un telespettatore aveva telefonato sollevando allarme sul costo umano del giro di vite militare sui ribelli curdi nel Kurdistan turco,la regione curda nel sudest del paese.
Lo scorso mese il Vicepresidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva criticato la Turchia per aver fallito nel fissare il giusto “esempio” di libertà di espressione dopo la detenzione di tre maggiori giornalisti e una importante indagine nei confronti di più di 1200 accademici che avevano firmato una petizione che criticava l’offensiva militare.
L’esercito sta conducendo una grande campagna contro i ribelli del PKK con l’obiettivo dichiarato di stanare i militanti, ma gli attivisti dicono l’operazione è solo costata decine di vite civili.