Con 376 voti a favore, il parlamento turco ha deciso ieri [venerdì 20 maggio] la revoca dell’immunità per i parlamentari, decisione che andrà a colpire quasi tutti i deputati dell’HDP (Partito Democratico dei Popoli, all’opposizione) accusati di fiancheggiamento al PKK per aver sostenuto il processo di pace interrottosi l’anno scorso. Complici dell’AKP, il partito di governo appena privato del presidente nonché primo ministro Davutoğlu appena fatto dimettere da Erdoğan perchè poco “allineato” con lui, anche il MHP (i fascisti “lupi grigi”) e il CHP, Partito Repubblicano del Popolo kemalista che si autodefinisce “social-democratico”, tutti alleati in funzione anti-curda.
Erdoğan ha così la strada spianata per far passare la sua riforma dello stato in senso presidenziale: e che idea abbia della funzione di “presidente” si può ben capire dalle sue stesse parole pronunciate in diretta televisiva rispondendo alle domande di un gruppo di giovani: “Un sistema parlamentare assoluto ti taglia fuori dal tuo partito. Perdi il tuo potere politico all’improvviso. I membri del partito che hai fondato possono sopravvivere senza di te? E’ come separare una madre dai figli. E’ normale? I presidenti dicono di essere imparziali. E’ possibile? Puoi solo essere imparziale a livello giuridico”.
Finora deboli le reazioni internazionali: solo il presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz, ha parlato di “colpo alla democrazia turca e alla libertà politica”, mentre Angela Merkel, la cancelliera tedesca che si è spesa per firmare il vergognoso accordo con la Turchia per bloccare i profughi ha dichiarato che “solleverà il problema” con Erdoğan lunedì prossimo.
Qual è il senso dell’immunità dei deputati in un sistema democratico parlamentare? Proteggere i rappresentanti eletti dal popolo dalla persecuzione per le loro idee. E cosa fa un regime fascista quando vuole togliersi di torno le opposizioni? Le priva di tale protezione o a seconda dei casi, le elimina fisicamente. Questa storia l’abbiamo già vista: cosa aspettano i governi europei a fare tre-quattro passi indietro sulla Turchia?
In questo momento così grave, la rete italiana di solidarietà con il popolo curdo ribadisce il proprio sostegno a tutte quelle forze democratiche che non accettano questo colpo di stato in atto in Turchia, sostenuto in parlamento da alleanze strategiche vergognose, e nella società da una pervicace campagna di odio e criminalizzazione nei confronti dei civili che chiedono il riconoscimento dei propri diritti e di non vivere in una dittatura.
Roma, 21.05.2016
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