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Kurdistan

Attacco a Gaziantep

In un attacco terroristico nel sudest della Turchia nella notte tra sabato e domenica oltre 50 partecipanti a una festa di matrimonio sono rimasti uccisi e circa 100 feriti, in parte in modo grave. L’attacco eseguito evidentemente da un attentatore suicida si è verificato su una strada nel quartiere di Beybahce abitato prevalentemente da curdi, nella grande città 60 chilometri a nord del confine siriano di Gaziantep. Gli sposi e molti degli ospiti erano loro iscritti, ha comunicato il Partito Democratico dei Popoli (HDP), di sinistra e filo-curdo, dopo il fatto di sangue. Il suo co-presidente Selahattin Demirtas ha ammonito: “L’attacco ad Antep è contro i curdi. Qualcuno cerca di provocare una guerra civile.”

Solo la scorsa settimana era trapelata all’opinione pubblica una valutazione del Servizio di Informazioni Federale, secondo la quale la Turchia sotto il Presidente Recep Tayyip Erdogan si sarebbe sviluppata in una »piattaforma di azione di gruppi islamisti«. In particolare Gaziantep in questo serve come stazione di passaggio per jihadisti di tutto il mondo che lì prima del loro impiego in Siria si riforniscono di armi o si fanno curare negli ospedali dopo essere stati feriti.

Il governo turco ha attribuito la responsabilità per l’attacco a »Stato Islamico« (IS). Così a maggio presso Yunus Durmaz, un »emiro« di IS, erano stati trovati piani per attacchi a feste di matrimonio curde. Durmaz, che durante un raide della polizia si è fatto saltare in aria, è considerato ideatore dei massacri di Suruc e Ankara, nei quali l’anno scorso sono stati uccisi circa 130 seguaci dell‘HDP socialisti. Gli attentatori appartenevano a una cellula di IS costituita sotto gli occhi delle istituzioni nella provincia del sudest della Turchia di Adiyaman, i cui componenti erano registrati con il proprio nome in una lista di potenziali attentatori suicidi a disposizione del governo.

Erdogan domenica ha condannato l’attento alla festa di matrimonio, ma con la constatazione che »non c’è differenza tra IS, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) e il movimento Gülen, che secondo il governo sarebbe responsabile per il fallito tentativo di golpe«, Erdogan ha cancellato le differenze tra vittime e responsabili.

Sabato il PKK aveva dichiarato la sua disponibilità a nuove trattative di pace con il governo dell‘AKP. Ora i vertici del PKK accusano il governo dell’AKP di essere responsabile del massacro alla festa di matrimonio. L’AKP usa IS come strumento di provocazione per creare una ragione per un intervento militare nella Siria settentrionale e così impedire un ulteriore allargamento della proclamata “rivoluzione del Rojava”.

Sabato il Presidente del Consiglio dei Ministri turco Binali Yildirim aveva annunciato un “ruolo più attivo” del suo Paese nella guerra in Siria. La scorsa settimana centinaia di miliziani di IS e le loro famiglie di fronte all’avanzata delle Forze Siriane Democratiche curdo-arabe sostenute dagli USA nel nord della Siria avevano potuto rifugiarsi in Turchia dalla città di confine di Jarablus. Truppe dell’Esercito Libero Siriano (ELS) sostenuto da Ankara e da altri Stati della NATO ora sarebbero pronti a occupare Jarablus dal lato turco, ha annunciato domenica un comandante dell’ELS all’agenzia stampa Reuters. Così si vorrebbe impedire che la città cada sotto il controllo delle forze curde.

 

di Nick Brauns

Junge Welt

Foto: Osman Orsal/Reuters

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