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Barletta in piazza per il Rojava

Lo scorso 9 ottobre il governo turco ha dato il via ad un operazione militare con la quale invadeva il territorio siriano attaccando la Confederazione Democratica della Siria del Nord. Città, come Kobane, simbolo della lotta contro il fondamentalismo dell’autoproclamatosi Stato Islamico sono in queste ore oggetto di un’ingiustificata aggressione militare da parte dell’esercito turco e diverse bande di jihadisti da esso sostenute ed armate.

Dall’apertura dell’offensiva l’esercito turco servendosi di bande di jihadisti legate ad Al Qaeda ed a ciò che resta dell’ISIS si è reso protagonista di attacchi indiscriminati contro obiettivi civili, non risparmiando ospedali e scuole. Il tutto sta avvenendo nel disinteresse della comunità internazionale che a parte qualche timida presa di posizione verbale non è riuscita a produrre nulla di concreto. Molte ONG sono state bersagliate dall’aviazione turca, esecuzioni sommarie per le strade dei villaggi sotto assedio sono state compiute da quello che si presenta al mondo come FSA (Esercito Libero Siriano). L’emergenza sanitaria* in atto non ha ricevuto le attenzioni delle Nazioni Unite, tuttora incapaci di aprire un corridoio umanitario sulla frontiera irachena e le ONG presenti sul territorio sono state costrette ad evacuare le loro strutture. Le prigioni ospitanti alcuni tra i più pericolosi membri dello Stato Islamico sono state assaltate dall’offensiva turca, favorendone la fuga.

Le YPG e YPJ (Unità di Protezione del Popolo ed Unità di Protezione delle donne) inquadrate nelle SDF (Forze Siriane Democratiche) stanno resistendo agli attacchi di uno dei più potenti eserciti NATO e da bande di tagliagole da esso armate e sostenute. Ciò per cui combattono non è un territorio o uno stato nazione, ma il semplice diritto ad esistere in una società basata sull’emancipazione delle donne ed il rispetto e la tutela di tutti i gruppo etnici e religiosi.

A partire dal 2014 il contributo delle Unità di Protezione del Popolo (YPG) ed Unità di Protezione delle Donne (YPJ), inquadrate nelle Forze Siriane Democratiche (SDF) è stato essenziale per la liberazione di grosse fette del territorio siriano dalla barbarie dello Stato Islamico. In 5 anni di guerra oltre 13000 donne e uomini hanno dato la vita per sconfiggere il Califfato e costruire una società basata sull’emancipazione delle donne e la tutela di tutte le minoranze etniche e religiose.

Per anni, dopo la liberazione, kurdi, arabi, yazidi, assiri, siriaci hanno convissuto pacificamente praticando quella terza via alternativa ai regimi sanguinari ed al fondamentalismo religioso. E’ per questo che come Rete Kurdistan Barletta, a cui aderiscono realtà associative e collettivi solidali con la rivoluzione del Rojava, chiamiamo in piazza la cittadinanza sabato 19 ottobre alle 18:30 per un presidio in Piazza Caduti. Per onorare il sacrificio di tante e tanti come Lorenzo Orsetti, morto combattendo lo Stato Islamico il 18 marzo di questo anno, per denunciare i crimini contro la popolazione civile e chiedere a gran voce la cessazione delle ostilità.

Rete Kurdistan Barletta

*Per far fronte all’emergenza sanitaria in atto, la Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia Onlus ha attivato una raccolta fondi a cui potete partecipare tramite questo link:
https://buonacausa.org/cause/emergenza

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