[divider]14 Maggio 2013 [/divider]Yasemin Yılmaz ha scritto una lettera dal carcere di tipo E di Mardin, dove è rinchiusa dall’inizio di Marzo. Nella lettera racconta del suo calvario. Era stata arrestata mentre consegnava i quotidiani kurdi Azadiya Welat ed Özgür Gündem nel distretto di Mazıdağı. Anche suo marito Nizamettin Yılmaz era stato arrestato a causa di un’operazione di polizia avvenuta nello stesso giorno.
La donna, in gravidanza da due mesi, ha subito un’aborto spontaneo mentre era detenuta presso il Quartier Generale di Polizia di Mardin: ”Sono stata aggredita mentre ero in custodia ed ho avuto un’aborto perché i poliziotti mi hanno preso a calci sulla pancia e mi hanno sottoposto a torture psicologiche mentre mi interrogavano. In seguito sono stata portata all’ospedale statale di Mardin, dove ho saputo per la prima volta che stavo avendo un aborto. Nonostante gli avvertimenti dei medici, i poliziotti mi hanno riportato in carcere e condotto in cella”.
La Yılmaz ha scritto di aver denunciato i poliziotti; questi ultimi sono stati comunque giustificati dal procuratore che ha affermato che la donna avrebbe subito un aborto a causa delle medicine che aveva preso o a causa del cibo che aveva mangiato prima o durante la detenzione.
La Yılmaz ha detto di aver contestato il Procuratore per aver giustificato i poliziotti invece di aver lanciato un’indagine contro di loro ed i loro comportamenti; ha aggiunto inoltre che difenderà i suoi diritti fino alla fine e si rivolgerà alla CEDU per chiedere la punizione dei poliziotti che l’hanno torturata.
ANF Mardin