[divider]10 Gennaio 2013 [/divider]Sgomento e rabbia, questi i sentimenti che proviamo alla fine di questa giornata, dopo la terribile notizia del ritrovamente dei corpi di Sakine Cansiz, Fidan Dogan e Leyla Söylemez, ritrovate morte la notte fra il 9 e il 10 gennaio all’interno dell’Ufficio di Informazione del Kurdistan di Parigi assassinate con colpi di pistola alla testa.
Sgomento di fronte alla fine di tre vite umane, di tre donne belle e coraggiose che con incarichi e responsabilità diverse condividevano l’amore e lo spirito di sacrificio per il proprio popolo, l’impegno concreto e quotidiano per la pace. Rabbia perchè ci chiediamo come sia stato possibile che donne così, che hanno conosciuto il carcere e la repressione in Turchia, non siano state protette in Europa dalla violenza premeditata di chi ha premuto quel grilletto, con l’intento di sabotare il recente tentativo di riprendere i negoziati tra lo stato turco e il leader kurdo Öcalan detenuto a Imrali in isolamento dal 1999.
Invece di criminalizzare il movimento kurdo in Europa, la Francia e gli altri paesi europei dovrebbero chiedere a gran forza alla Turchia di andare avanti seriamente con i negoziati e di smettere di ignorare le richieste di 20 milioni di persone che vogliono vivere in pace vedendo riconosciuti i propri diritti.
Nel rendere omaggio a queste tre donne cadute sulla via della pace, ci auguriamo che il loro lavoro per l’avvio di un negoziato – unica possibilità per mettere fine al conflitto in Kurdistan – non venga interrotto da questo vile crimine, e saremo in piazza a Roma il 12 e il 14 gennaio dalle 10 alle 14 davanti all’ambasciata francese a piazza Farnese per sostenere le richieste di verità e giustizia della comunità kurda in Italia.
Associazione Senzaconfine – Roma, 10 gennaio 2013