[divider]20 gennaio 2013 [/divider]Solidarietà per le Vittime di Tutti i Genocidi ha rilasciato un comunicato scritto per denunciare l´aggressione ad un´appartenente all´organizzazione, compiuta il 18 Gennaio da un membro del personale all´interno dell´Ambasciata turca a Londra. L´organizzazione ha dichiarato che il suo membro è stato aggredito mentre consegnava all´Ambasciatore turco, all´interno dell´Ambasciata a Knightsbridge, una lettera di solidarietà per le richieste di giustizia in favore del giornalista armeno assassinato Hrant Dink, in occasione del sesto anniversario della sua morte.
“Il personale dell´Ambasciata ha rifiutato di accettare la lettera, ed un suo membro ha aggredito il sig. E. Williams che stava presentando la missiva. I vestiti del sig. Williams sono stati strappati ma in seguito è intervenuto un poliziotto per evitare ulteriori problemi. Williams è stato poi espulso dall´Ambasciata”, ha dichiarato l´organizzazione, sottolineando che negli ultimi sei anni l´indagine sugli attori che stanno nell´ombra, i quali hanno incoraggiato, progettato e fornito le condizioni per l´omicidio di Dink, non ha dato alcun risultato nonostante le promesse del Governo. Al contrario, tutti gli ufficiali governativi che hanno causato la morte di Hrant sono stati promossi e protetti. Ció significa collaborare con gli assassini e dobbiamo dunque alzare la voce, mostrare la nostra determinazione e consolidare la nostra volontà di ricercare la giustizia. Siamo qui”.
Nella lettera, Solidarietà per le Vittime di Tutti i Genocidi ha anche richiamato l´attenzione sulle azioni dello stato turco, che stanno colpendo i rappresentanti politici kurdi, gli attivisti per i diritti umani, gli accademici, i giornalisti d´inchiesta, gli avvocati apparentemente ‘di sinistra’, gli editori, i partiti kurdi e pro-kurdi e altre comunità. Ha sottolineato: “Coloro che cercano di destabilizzare tutte le iniziative di pace che riguardano il conflitto kurdo hanno assassinato tre rappresentanti politiche kurde – Sakine Cansiz, Fidan Doğan e Leyla Saylemez – a Parigi, solamente dieci giorni fa”.
L´organizzazione ha osservato che a Diyarbakir, come in altre zone della Turchia, le Madri del Sabato hanno continuato a ripetere la loro richiesta di “giustizia” relativa alle sparizioni forzate e agli omicidi irrisolti: “Le Madri portano i cartelli con scritto ´I responsabili sono evidenti, dove sono gli assassini?´ insieme alla fotografie dei loro cari. Anche i responsabili del massacro di Roboski restano irreperibili”.
ANF / LONDRA
ANF NEWS AGENCY