Kurdistan

Detenuto afferma di conoscere la verità sull’omicidio di Dink

[divider]14 Febbraio 2013[/divider] Un detenuto in un carcere turco, che si definisce un ex-membro del JITEM (Intelligence di Gendarmeria ed Unità Anti-Terrorismo), ha inviato una lettera al procuratore della Seconda Corte Penale Minorile di Istanbul, Muammer Akkaş, affermando di possedere, insieme a molte altre persone, informazioni dettagliate sulla pianificazione e le conseguenze dell’omicidio del giornalista Hrant Dink. Il giornalista armeno fu ucciso il 16 Gennaio 2007 ad Istanbul da un adolescente, Ogün Samast, di fronte all’ufficio del settimanale Agos di cui era direttore.

Il testimone, che afferma di aver avuto conversazioni telefoniche con ufficiali militari di alto rango prima e dopo l’omicidio di Dink, dice di poter fornire prove per le sue affermazioni a condizione di ottenere protezione. Nella lettera indirizzata alla stessa corte che ha processato l’assassino di Dink, Ogün Samast, il testimone segreto accusa Erhan Tuncel, un altro sospettato per la morte del giornalista, di aver incitato l’adolescente all’omicidio. Il testimone afferma anche di aver pianificato insieme a Tuncel i dettagli dell’omicidio.

Il 17 Gennaio 2012, la Quattordicesima Alta Corte Penale di Istanbul stabilì che non c’era “nessuna organizzazione” dietro l’omicidio di Dink. Ogün Samast fu condannato a 22 anni e 10 mesi di carcere mentre Yasin Hayal fu condannato all’ergastolo aggravato con l’accusa di istigazione ad un omicidio premeditato. Fu condannato inoltre a tre mesi di reclusione per aver minacciato lo scrittore Orhan Pamuk e ad un ulteriore anno di carcere per essere stato trovato in possesso di un’arma senza licenza.

Osman Hayal fu assolto dalle accuse di omicidio e appartenenza ad un’organizzazione criminale.

Erhan Tuncel fu assolto dalle accuse di appartenenza ad un’organizzazione terroristica armata e di istigazione all’omicidio.
Il verdetto della corte fu duramente criticato dai gruppi che chiedevano la giustizia ed un processo equo.

Nel Settembre 2010, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) stabilì che la Turchia non era riuscita ad indagare ed a perseguire i responsabili dell’omicidio di Dink e che ciò costituiva una violazione del diritto alla vita del giornalista.

ANF Istanbul

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