[divider]22 Marzo 2013 [/divider] All’indomani del cessate il fuoco, annunciato il 21 marzo 2013 dal leader del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), Abdullah Ocalan, Amnesty International ha sollecitato le autorità turche a cogliere l’opportunità di lavorare in direzione di una pace duratura, basata sulla giustizia per le vittime delle violazioni dei diritti umani commesse da entrambe le parti in un conflitto durato decenni.
“La strada verso la pace sarà piena di sfide ma i negoziati, in corso negli ultimi mesi tra le autorità turche e il Pkk, potrà essere agevolato da un’atmosfera di apertura e di franco scambio di opinioni” – ha dichiarato John Dalhuisen, direttore del Programma Europa e Asia centrale di Amnesty International.
Amnesty International da tempo chiede la fine della violenza, indagini imparziali sulle violazioni dei diritti umani e la promozione dei diritti economici, sociali e culturali della minoranza curda in Turchia.
Dal 1984, quando iniziarono gli scontri armati tra il Pkk e l’esercito turco, sono morte almeno 40.000 persone. Il conflitto ha provocato gravi violazioni dei diritti umani, sia nella regione sudorientale a maggioranza curda che in altre parti del paese. Tra le varie richieste del Pkk, vi è quella dell’autonomia per i curdi.
Amnesty International