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Turchia

La verità su Uludere

[divider]12 Aprile 2013 [/divider] Chi segue le vicende sulla questione kurda, sa che la scorsa settimana la Commissione per i Diritti Umani del Parlamento turco ha approvato il rapporto investigativo sul massacro avvenuto ad Uludere. Il lavoro è stato svolto da una sotto-commissione, che si occupava specificamente di indagare sugli eventi accaduti il 28 dicembre 2011. Il rapporto, comunque, non riesce a rivelare la verità sul massacro, in cui sono morte 34 persone. Questo fallimento non è semplicemente un tradimento nei confronti delle vittime e dei loro familiari ma anche un ostacolo per il processo di pace in Turchia.

Il rapporto sostiene che il bombardamento sia stato “non-intenzionale”. È stato causato da una mancata comunicazione tra le autorità civili e militari e da una costante minaccia terroristica nella zona. Nessuno ne è responsabile. Si tratta, quindi, di una coincidenza sfortunata. L’unico problema è: non è stato così. Molte più notizie si conoscono in riferimento al bombardamento di quelle ufficiali del rapporto. Mettendo assieme i pezzi del puzzle si scopre che “Uludere” non è stato un incidente.

Mi sono convinta di questo durante alcune brevi o più lunghe visite fatte nei due villaggi di provenienza delle vittime, Ortasu e Gülyazi, nel distretto di Uludere. Durante tutto questo periodo, il governo ha tentato di far apparire il massacro come un incidente, e ancora più incredibile, come un incidente che gli abitanti del villaggio si sono auto procurati perché effettuavano attività di contrabbando in una zona pericolosa. È stato anche affermato che a procurare l’incidente siano stati dei sostenitori del PKK.

Per la maggioranza del pubblico turco, questa spiegazione ha pieno senso. Dopo tutto, i trafficanti si trovavano in una zona in cui il PKK è presente e i suoi membri attraversano spesso la frontiera per attaccare obiettivi militari in Turchia, e nel buio diventa difficile identificare un gruppo di persone. Certo, è un peccato che un gruppo di civili abbia perso, accidentalmente, la propria vita, ma queste persone non erano al corrente del pericolo che correvano ad effettuare attività di contrabbando in quel particolare luogo?

Pensiero logico

Molti turchi non conoscono la regione in questione molto bene, e la maggior parte di loro non l’hanno mai visitata. Loro ne hanno paura, perché i media turchi dipingono sempre il sud-est della Turchia, unicamente, come un’area violenta, abitata da “terroristi”. Credere nella versione statale degli eventi di Uludere è conveniente. Lo stato non avrebbe mai ucciso i propri cittadini di proposito.

Un po’ di logica sarebbe già sufficiente per mettere in discussione la versione dell’accaduto fornita dallo stato. Per cominciare: com’è possibile che l’esercito turco, con quasi 30 anni di esperienza nella lotta contro il PKK, non distingua un gruppo di decine di contrabbandieri da un gruppo di guerriglieri? I combattenti del PKK, come ogni gruppo di guerriglieri, non sono soliti muoversi e compiere attacchi in grandi gruppi, ma in unità formate da 8-10 persone al massimo. Oltre a questo i trafficanti avevano con i sé i muli, almeno uno per persona. Certo, capita che il PKK certe volte trasporti le armi con degli animali, ma sembra plausibile che un gruppo di guerriglieri si sposti con circa 40 muli?

Inoltre, i contrabbandieri hanno usato questa strada per decenni per il loro commercio. Le unità militari della zona lo sapevano, tanto da avvisarli nei casi in cui ci fossero delle operazioni contro il PKK per permettere di rinviare il loro contrabbando. Questo non ha senso? Ma è così. Molti degli abitanti di Ortasu e Gülyazi sono delle guardie di villaggio, ossia ausiliari dell’esercito armati e pagati dallo stato per aiutare a combattere il PKK. L’esercito conosce le strade che vengono usate dai contrabbandieri e sa anche che il PKK segue altre rotte. Quale forza guerrigliera userebbe sempre le stesse rotte?

Calma relativa

Inoltre, bisogna considerare il luogo in cui l’evento è accaduto. Due organizzazioni dei diritti umani, IHD e Mazlum-Der, hanno visitato il luogo dell’accaduto la mattina seguente. Nella loro relazione, in cui viene descritta l’area, risulta che la parte turca è montuosa, mentre quella irachena è alta, ma pianeggiante. “Chiunque si avvicina al confine dalla zona pianeggiante, viene immediatamente rilevato dai soldati turchi”. Per cui questo non è un percorso logico per i guerriglieri del PKK per entrare in Turchia.

L’esercito stesso conferma questo, in un rapporto (segreto) sulla strage per il Ministero dell’Interno, che è stato concesso in visione alla commissione che indaga, ma vietando la copia o la fotografia dello stesso. Ciò è accaduto secondo il deputato del BDP Ertugrul Kürkçü, e membro delle commissione che condivide parti del rapporto del Ministero dell’Interno in una sua relazione personale. Il personale militare è citato in testimonianze secondo cui la regione è in realtà “relativamente calma” e non c’è “attività terroristica”. Il capo del servizio di intelligence della polizia nella provincia di Sirnak, in cui si trova Uludere, afferma: “Secondo le nostre informazioni la zona interessata non è nota per essere zona in cui i terroristi sono in attività. È una zona utilizzata dai contrabbandieri”.

E allora per quale motivo 34 tra uomini e ragazzi sono morti? Questa domanda mi ha confuso per qualche tempo. Ogni volta che ho provato a fare questa domanda nel villaggio, la risposta è stata “perché siamo kurdi”. Ma neppure questa versione ha molto senso. Fin dal 1938, quando lo stato bombardò la provincia di Dersim, non ammazzò appositamente un nutrito gruppo di cittadini kurdi. Perché dovrebbe farlo ora, in un posto a caso e in un momento casuale?

Fehman Hüseyin

La Commissione per Uludere ha a sua volta visitato la regione ed ha parlato con i comandanti locali dell’esercito. Hanno detto che c’era una strategia, poiché un alto comandante del PKK, Fehman Hüseyin, si trovava al momento del bombardamento nella parte irachena, nella regione di Haftanin. L’esercito aveva bisogno di un successo contro il PKK, dopo l’uccisione di 24 militari due mesi prima in un attentato nella provincia di Hakkari. Subito dopo questo bombardamento, i politici turchi hanno giurato di vendicarsi.

Quella notte, secondo l’intelligence turca, Fehman Hüseyin avrebbe potuto attraversare il confine con la Turchia, nascondendosi in mezzo ad un gruppo di contrabbandieri. La notizia non era certa, ma sufficiente per l’esercito per agire. Se la notizia si fosse rivelata corretta, l’esercito avrebbe potuto siglare la vittoria contro il PKK. I cittadini kurdi che sarebbero morti sarebbero stati presentati come danni collaterali, nel caso in cui gli abitanti dei villaggi avessero fatto domande e sarebbero stati considerati dei traditori.

Solo che la notizia era sbagliata. Fehman Hüseyin non era nel gruppo. Erano solo dei contrabbandieri. Per coprire l’errore fatto e la perdita delle vite umane, il governo il giorno dopo ha inquadrato immediatamente il massacro come uno sfortunato incidente.

Non esiste alcuna prova concreta, ma in base a ciò che è noto, questo è quello che è accaduto la notte del 28 dicembre 2011. Tutti i documenti relativi all’accaduto sono segreti e nessuno dei più alti rappresentanti politici o di coloro che prendono le decisioni militari ha parlato di Uludere con la Commissione. E la Commissione non ha utilizzato nessuna delle fonti che consente di sostenere che il massacro non è stato una sfortunata coincidenza.  La commissione era formata da 5 membri del partito al Governo, l’AKP,  e uno di ogni partito di opposizione, il CHP, il MHP e il BDP. Solo i membri dell’AKP hanno accettato le conclusioni della relazione, gli altri tre l’hanno rifiutata.

Riconciliazione

Questo è un tradimento per le vittime e per i loro famigliari, naturalmente. Ma questo come influisce sul processo di pace? Secondo me in 2 maniere.

Uno: è fondamentale che i kurdi riprendano a costruire la loro fiducia nello Stato. Hanno perso tutto dopo centinaia di anni di repressione feroce. Rivelare la verità sul massacro di Uludere e punire i colpevoli sarebbe di grande aiuto. Uludere non è un caso isolato. Se la verità su Uludere viene riconosciuta dallo stato, significa che esso deve iniziare ad indagare anche sugli omicidi del passato. Dersim, per esempio, le repressioni brutali delle rivolte kurde del 20° secolo e tutti gli omicidi e le sparizioni di kurdi negli anni ’80 e ’90. Deve venire fuori tutta la verità, per poter giungere alla riconciliazione.

Due: se i dettagli esatti di Uludere vengono rivelati dal Governo e se i responsabili vengono puniti, il vero volto dello Stato turco diventa visibile anche ai cittadini turchi. Non si potrebbe più respingere il corso degli eventi chiamandola “propaganda terroristica”. Sarebbe sicuramente uno shock per molti di loro scoprire che la Repubblica di Turchia, che amano così tanto, ha
loro mentito.  Ma significherebbe aiutare la guarigione di tutta la nazione.

Il fatto che l’AKP non abbia il coraggio di affrontare la questione di Uludere in questi tempi così cruciali per la causa kurda non mi fa ben sperare per un esito a lieto fine del processo di pace.

Frederike Geerdink –  5/04/2013

http://kurdishmatters.com/unsolved-murders/the-truth-about-uludere/

 

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