[divider]13 Aprile 2013 [/divider]
Il Medio oriente sta cambiando. Tra venti di guerra e di rivoluzione, cambi di regimi e sommovimenti sociali, in tutta l’area mediorientale si delineano processi non facili da decifrare.
Anche per il popolo curdo, smembrato dagli assurdi confini di Iraq, Iran, Turchia e Siria, e dagli interessi capitalistici rivali, questo è un periodo di forti tensioni e cambiamenti.
Proprio in questa fase, dal popolo curdo si alza una prospettiva dirompente, lanciata al mondo intero, che parla di convivenza tra popoli, etnie e religioni diverse, in una società gestita dal basso e che superi lo “Stato nazione”.
Qual è il significato delle “parole di pace” lanciate al popolo curdo dal presidente del PKK Abdullah Ocalan dal carcere di Imrali? Quali conseguenze possono avere sul campo? Esiste davvero un “processo di pace”? Cosa sta succedendo, intanto, nel nord-est della Siria, regione a maggioranza curda che sta cercando di sperimentare un percorso dal basso, rifuggendo sia il regime di Assad che i gruppi armati “ribelli”? Quali scenari possiamo immaginare per quest’area del pianeta così cruciale per gli interessi geo-politici ed economici mondiali?
Ne parliamo con alcuni compagni curdi, militanti della lotta del popolo curdo nella diaspora europea.
Mercoledì 17 aprile, dalle ore 19:00, presso la sede di Radio Blackout, in via Cecchi n. 21/a, Torino