Oggi ricorre la GIORNATA MONDIALE DEI RIFUGIATI. In quanto kurdi, siamo consapevoli dell’importanza di questa giornata, per ricordare le difficoltà che sono costretti ad affrontare coloro che hanno dovuto lasciare il proprio Paese, ma anche tutte le iniziative di assistenza a queste persone.
Nel richiamare la ricorrenza, intendiamo far presenti anche le difficoltà che incontrano in molti Paesi, in special modo in caso di conflitto, gli sfollati interni. L’esempio attuale più significativo è quello dei siriani colpiti dalle conseguenze della guerra. Frequenti sono le indicazioni delle difficoltà e le invocazioni di aiuto che provengono dal territorio siriano.
Bombardamenti e scontri fanno crescere il numero dei feriti, la temperatura torrida contribuisce inoltre a far aumentare le malattie. A ciò si aggiungono le difficoltà da affrontare nella vita quotidiana – ad esempio per procurare il latte per i bambini – in una città siriana diversa da quella di origine. D’altronde gli sfollati, pur affrontando condizioni assai difficili, non vogliono lasciare il proprio Paese.
UIKI richiama l’attenzione soprattutto sulle condizioni critiche in due città siriane popolate da kurdi, Afrin e Kobani, nel Kurdistan occidentale (Rojava).
Vi sono stati attacchi armati nell’area: per esempio, ad Aleppo. Conseguentemente, vi è stata la migrazione della popolazione kurda di Aleppo verso Afrin e Kobani: la popolazione di Afrin recentemente è raddoppiata, proprio a causa dell’enorme afflusso di profughi. Ad Afrin vi è il problema di un blocco totale, che impedisce l’invio di rifornimenti alla popolazione dell’area. Pertanto si determinano gravi carenze nell’afflusso di basilari prodotti alimentari, mettendo così a rischio soprattutto la vita e la salute di donne e bambini.
Sollecitiamo a mobilitarsi per la popolazione del Kurdistan occidentale. Ogni aiuto economico, anche minimo, consentirà di organizzare la fornitura di generi di prima necessità alla popolazione.
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