La manifestazione che il BDP (Partito della Pace e della Democrazia) ha organizzato ieri nella principale città kurda Amed è stata proibita dalla polizia poiché i manifestanti esibivano striscioni e bandiere “illegali”, quelli del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) e del KCK (Unione delle Comunità Kurde).
Decine di migliaia di persone si sono radunate di fronte all’ufficio del BDP per partecipare alla manifestazione, organizzata per invitare il Governo ad affettuare passi urgenti nell’ambito del processo di soluzione in corso.
Migliaia di persone hanno partecipato anche ad altre tre manifestazioni, organizzate ad Adana, Mersin ed Antep per chiedere una soluzione democratica e pacifica alla questione kurda. I manifestanti hanno inoltre condannato fermamente l’attacco del 28 Giugno avvenuto presso il villaggio di Yakacık (Lice), in cui una persona è stata uccisa (Medeni Yıldırım, diciotto anni) ed altre dieci sono state ferite.
Dopo aver circondato la folla di fronte all’edificio del BDP con veicoli anti-sommossa, le unità di polizia hanno attaccato i manifestanti ad Amed con gas lacrimogeni e getti d’acqua ad alta pressione; i partecipanti insistevano nel cominciare il loro corteo verso Koşuyolu Park.
Numerose persone hanno riportato ferite e sono state trasportate d’urgenza presso gli ospedali nelle vicinanze. Molte altre sono state arrestate durante l’attacco della polizia avvenuto presso il Boulevard Turgut Özal.
A centinaia si sono rifugiate dentro l’ufficio del BDP; la polizia ha lanciato gas lacrimogeni anche all’interno dell’edificio e delle abitazioni delle persone che sostenevano il corteo cantando slogan.
Gli scontri tra i manifestanti e la polizia sono continuati in molte zone fino a tarda serata.
In una dichiarazione alla stampa di fronte all’ufficio del BDP, Gültan Kışanak , co-Presidente del partito, ha condannato l’attacco della polizia, commentandolo come una conseguenza dell’atteggiamento del Governo AKP, il quale incoraggia le aggressioni ai danni dei manifestanti.
La Kışanak ha affermato che la polizia ha represso brutalmente il diritto fondamentale e democratico di manifestazione, sottolineando che la protesta era stata organizzata per reclamare i passi necessari all’avanzamento del processo di soluzione. La co-Presidente del BDP ha affermato che l’attacco fascista della polizia ha rappresentato un complotto contro la pace ed ha costituito un ostacolo alla soluzione della questione kurda.
Ha inoltre criticato il Governo per essersi schierato in favore degli scontri, in risposta alla richiesta del popolo kurdo di effettuare politiche democratiche. “Il Governo ha bisogno di decidere se vuole una soluzione e dunque la pace oppure la guerra e gli scontri, in modo che possiamo avanzare di conseguenza”, ha aggiunto la Kışanak.
ANF Amed
Traduzione a cura della redazione di ReteKurdistan Italia