Secondo un nuovo regolamento che sarà gestito congiuntamente tra il Ministero degli interni e della giustizia,la polizia potrebbe trattenere chiunque sospetti “possa svolgere o organizzare una protesta”
per un massimo di 24 ore senza alcuna decisione del tribunale.
Un giudice sarà anche in grado di estendere il periodo di detenzione di 24 qualora dovessero ritenerlo opportuno. Attualmente in questi casi l’ordine di un giudice o di pubblico ministero e’ necessario per arrestare le persone.
Le organizzazioni considerate note o che probabilmente “organizzeranno le proteste” saranno monitorate, mentre i loro membri arrestati dalla polizia, se i rapporti di intelligence indicassero che stanno progettando di organizzare un’azione o una manifestazione.
Allo stesso tempo, le sanzioni per resistenza alle forze di polizia e per danneggiamento a proprieta’ pubblica aumenteranno.
Le nuove misure (indotto dalla proteste del Paqrco Gezi della scorsa estate) assomigliano alle norme approvate nel Regno Unito, prima di affrontare il l’occupazione dell’Irlanda del Nord(con l’obiettivo di sopprimere e mettere dietro le sbarre migliaia di repubblicani che protestavano per la fine dell’occupazione militare britannico delle sei contee)e poi come una risposta a gli attentati dell’11 settembre.
Nel Regno Unito è stato l’internamento senza processo ed è iniziato proprio con il rafforzamento dei poteri di polizia e l’estensione dei periodi di detenzione senza la necessità di una decisione del giudice.
Le nuove norme in discussione in Turchia sono chiaramente un colpo ai diritti umani e alla libertà di espressione e di manifestazione.
In effetti il governo Blair nel Regno Unito aveva dichiarato,dopo 11/9,che si stava introducendo l’internamento senza accusa ancora una volta in deroga all’articolo 5 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo che le nuove misure avevano violato.
E ‘interessante notare che il progetto per il rafforzamento dei poteri delle forze di polizia in Turchia è in discussione dopo un paio di giorni della presentazione che il primo ministro Recep Tayyip Erdogan ha fatto del cosiddetto “pacchetto democratizzazione”.
Firat News
Traduzione a cura della redazione di Retekurdistan