Newroz è il giorno d’inizio della primavera, il capodanno del calendario kurdo e più in generale il NUOVO GIORNO. Tradizionalmente è un giorno di festa, per il popolo kurdo, ma anche un giorno in cui si ricordano le pluridecennali forme di resistenza alla repressione e alle persecuzioni messe in atto contro i kurdi, sia quelli della diaspora, sia quelli che vivono nelle varie parti in cui il territorio kurdo è suddiviso: l’Anatolia sudorientale, in Turchia, il Kurdistan orientale in Iran, la Regione Autonoma Kurda nel nord dell’Irak e il Rojava – Kurdistan occidentale – che fa parte della Siria da ormai oltre due anni lacerata da una cruenta guerra civile, cui la popolazione ha risposto autorganizzandosi in comitati e garantendo la sicurezza della popolazione e l’autogoverno.
È un giorno di dolore: in passato, più volte i festeggiamenti del Newroz sono stati vietati dalle autorità e gli organizzatori sono stati arrestati e perseguiti. Talvolta la repressione del popolo dedito a festeggiare ha portato a decine di morti e centinaia di feriti, come avvenne nel 1992 in varie città del Kurdistan settentrionale, in territorio turco.
La partecipazione ha pertanto una forte valenza democratica; gli osservatori occidentali possono rendersi conto di quanto stiano realmente avanzando gli sforzi per risolvere la questione kurda e per far efficamente riprendere quel processo di pace che instancabilmente il leader riconosciuto del popolo kurdo, Abdullah Ocalan, porta avanti da quando nel 1993 proclamò per la prima volta un cessate-il-fuoco unilaterale, fino ad arrivare al 21 marzo scorso, quando Ocalan ha lanciato il suo storico appello a far parlare la politica e a far tacere le armi.
La partecipazione è sia un’opportunità sia una necessità: gli osservatori potranno rendersi conto, ad esempio, delle difficoltà di vita quotidiana della popolazione di città e villaggi kurdi. Tali difficoltà sono ulteriormente accresciute nelle province turche vicine al confine con la Siria. Basti pensare alla barriera eretta recentemente dalla Turchia nella città di Nusaybin, che ormai separa questi ultimi dagli abitanti della città siriana di Qamishlo. Eppure entrambe le città sono abitate da kurdi!!
A breve, inoltre, si rinnoveranno le cariche pubbliche nelle amministrazioni locali. È importante che i kurdi siano adeguatamente rappresentati, sulla base della volontà che esprimeranno con il loro voto. E occorre che la rappresentanza sia durevole! Non è affatto scontato: nel 2009, numerosi candidati del partito DTP ottennero in marzo l’elezione a sindaco o consigliere. Tuttavia in seguito molti di loro furono messi agli arresti e nel dicembre dello stesso anno il DTP fu messo al bando dalla Corte Costituzionale di Ankara.
Auspichiamo che possano essere presenti delegazioni di osservatori in varie città del Kurdistan settentrionale: Bingol, Diyarbakir, Hakkari, Van, Mardin, Nusaybin, Sirnak, Siirt, …
In seguito forniremo, per ogni città e per il gruppo di osservatori a essa indirizzato, un programma di incontri e attività.
Partecipate numerosi!
Segreteria organizzativa presso: UIKI – ONLUS, Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia
Per partecipare alla missione italiana degli osservatori occorre compilare la scheda di partecipazione che segue, da inviare via mail a info@uikionlus.com entro il 5 Marzo 2014.
Comunicazioni dettagliate saranno inviate dopo le feste a Gennaio 2014.
Scarica la scheda di partecipazione