Una lettera di Feride Cansız a sua sorella Sakine (Sara).
Sakine Cansız, una delle co-fondatrici del PKK, è stata assassinata un anno fa, il 9 Gennaio 2013, insieme ad altre due attiviste kurde, Fidan Doğan e Leyla Saylemez.
Ad un anno dalla morte delle tre attiviste, il caso non è ancora chiuso: ancora molto dubbio il collegamento del presunto assassino, Ömer Güney, con “sospetti ambienti turchi”, che le autorità francesi non sembrano voler approfondire.
Non è mai stato così difficile tenere in mano una penna
“Tornare di nuovo a Parigi dopo un anno è stato molto difficile. Si dice che Parigi sia la città dell’amore, ma per noi kurdi ció non ha più significato. Per noi questa città sta a significare il luogo in cui le tre rivoluzionarie kurde ci sono state fisicamente sottratte, una città che riflette solo il vuoto. Ora vi racconteró quello che ho sempre voluto dire a mia sorella.
Mia cara sorella, nella mia vita non è mai stato così difficile tenere in mano una penna. Così difficile e così doloroso. Come posso riportarti alla parola…
Per scrivere del tuo valore, non basto nè io nè una penna.
Ho paura di non poterti più rivedere, di non poterti più riabbracciare. Come sempre, anche questa volta dobbiamo accettarlo. Ma ti aspetteremo.
Mia rossa, irraggiungibile, con un portamento pieno di orgoglio, mia amata e meravigliosa, non ho avuto abbastanza di te. Volevo chiederti così tante cose, ma non ho potuto.
Anche se ce lo fossimo ricordato ogni giorno, non avremmo potuto guardare la Vita nel modo in cui tu ti aspettavi da noi. Non che non avessi il coraggio di chiedere o ascoltare. Anche se io avessi chiesto qualcosa, non avresti detto niente. Ma il desiderio di chiedere adesso è ancora più grande di prima; non posso più e quindi aumenta ancora.
Vorrei gridare che mi manchi così tanto, così forte che tu possa udire la mia voce. Le montagne si inchinano davanti al tuo portamento orgoglioso e pieno di valore, anche le rose sono colme di amore e nostalgia per la tua perdita…
In particolare nostra madre, tuo padre e noi, la tua famiglia; tu, come figlia forte, degna sorella e coraggiosa zia. Abbi cura di te; sono fermamente convinta che ci stai guardando tutti e continuerai a farlo. Perché tu sei con noi”.
Feride Cansız
Traduzione da RojNews Agency
A cura di Natascia Silverio