Rete italiana di solidarietà con il popolo kurdo in assemblea a Roma: aiuti umanitari e non armi, sostegno al Rojava e rimozione del PKK dalla lista del “terrorismo”
Si è riunito a Roma il 21 settembre il Coordinamento della Rete italiana di solidarietà con il popolo kurdo, che abbraccia gran parte del territorio italiano e comprende numerose piccole e grandi associazioni, gruppi, comitati e singoli.
Nell’esprimere la propria preoccupazione per il grave attacco al cantone di Kobane (Rojava, Kurdistan occidentale in Siria) da parte dei Jihadisti di ISIS, e nel riconoscere l’importante ruolo delle forze di difesa popolari kurde delle YPG/YPJ e del PKK nel proteggere i civili di qualsiasi etnia e religione, la Rete italiana di Solidarietà con il popolo kurdo ribadisce il no all’invio di altre armi nella regione, la richiesta di invio urgente di aiuti umanitari, e la richiesta di riconoscimento politico del movimento kurdo in Rojava e in Turchia, movimento che si è dimostrato finora l’unico sul campo in grado di fronteggiare l’avanzata di ISIS in Medio oriente, anche togliendo il PKK dalla lista delle organizzazioni considerate “terroristiche”, lista stilata dai governi (Usa ed Europei), di cui è evidente la natura esclusivamente politica e che non trova fondamento nella normativa internazionale.
La Rete chiede inoltre che vengano messi in evidenza i paesi che hanno sostenuto e continuano a sostenere ISIS tra cui USA, Turchia, Israele, Qatar, Arabia Saudita, e la corresponsabilità della stessa Europa; questo mentre si continua a criminalizzare il movimento kurdo prendendo di mira anche i rifugiati membri della diaspora kurda in Europa e in Italia.
Una serie di iniziative di sensibilizzazione e di raccolta fondi per i sopravissuti ai massacri dell’ISIS che hanno trovato rifugio presso i campi profughi nelle zone limitrofe a Sengal e a Maxmur, gestiti e difesi dalle formazioni kurde, è già partita nelle scorse settimane e proseguirà nelle prossime in vari territori, così come il lavoro per una informazione completa, accurata e che dia conto di quanto succede davvero sul campo nella regione svolto dalla redazione del sito della rete: www.retekurdistan.it.
Roma, 25.09.14