Dalla Turchia l’analisi della delegazione italiana degli osservatori per le elezioni. Un risultato importante per l’HDP e per la sinistra turca, una batosta per Erdogan, nonostante i tentativi di brogli
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La delegazione di osservatori italiani presente ad Amed (Diyarbakir) viene inviata nei distretti diBitlis e di Bingol. Il nostro gruppo, composto da 6 persone, parte alla volta del distretto di Bitlis, insieme ad un gruppodi osservatori tedeschi. In tutto 14 persone, tra le quali una deputata dei Grünen ed una della Linkedella regione dell’Assia.
Alloggiamo a Tatvan, una cittadina a vocazione turistica sulla sponda ovest del lago di Van,amministrata da una giunta dell’AKP (il partito di Erdogan).Il territorio circostante è prevalentemente montuoso e rurale, basato sull’allevamento di ovini e bovini e su un’ agricoltura ad uso domestico.
I piccoli villaggi dei dintorni si caratterizzano anche per la presenza dei cosiddetti “Guardiani del Villaggio”, personaggi al soldo del governo deputati al controllo capillare del territorio che, durante i periodi elettorali, hanno il compito di orientare il voto degli abitanti. In questa zona si segnalano dunque delle criticità e rischi di condizionamenti e di violazioni delle norme elettorali in ragione delle quali si rende necessaria la presenza, accanto ai rappresentanti dell’HDP, degli osservatori internazionali.
Divisi in tre gruppi e accompagnati da interpreti, legali e rappresentanti del partito, abbiamo visitato in tutto una quarantina di seggi. Tutti presidiati dai militari e dai guardiani del villaggio ad eccezione di due seggi nella zona di Hizan, ove abbiamo riscontrato l’anomala presenza di soggetti armati appartenenti ad agenzie di sicurezza private.
In generale le operazioni di voto si sono svolte senza particolari problemi. Le delegazioni sono state accolte dai presidenti di seggio e in molti casi ci è stato possibile documentare le operazioni di voto e assistere alle verifiche delle procedure da parte dei legali e dei rappresentanti del partito. In qualche caso è stato necessario un intervento più deciso ad evitare violazioni piuttosto smaccate, come la doppia presenza di rappresentanti dell’AKP in un seggio oppure “l’accompagnamento personalizzato” dei votanti in cabina da parte di una scrutatrice che si giustificava sostenendo di essere stata autorizzata dai militari. Breve ma intensa discussione con intervento dei soldati a calmare gli animi e risoluzione del problema. Altro caso di irregolarità ancora più disinvolto l’abbiamo riscontrato in un seggio dove, prima del nostro arrivo, si procedeva a “votazioni collettive” con ingresso a gruppi nella cabina elettorale (…). Anche qui la presenza della delegazione e l’intervento deciso dei legali ha potuto ripristinare la regolarità delle operazioni.
Già nel primo pomeriggio la percentuale dei votanti era molto alta ed allineata all’86% del dato nazionale. Al termine dello spoglio il risultato dell’HDP si attesatava al 75% analogo dunque a quello di molti dei distretti della regione Kurda.
Poco dopo la chiusura dei seggi la Amed News Agency, agenzia indipendente di Diyarbakir, batteva la notizia, ripresa e confermata dai social media turchi, di auto senza targa che un po’ dovunque nell’intero territorio nazionale rubavano le urne con le schede elettorali già scrutinate e dirette ai centri istituzionali di raccolta. Dunque nelle ore immediatamente successive alla chiusura dei seggi, si percepiva una grande attesa e una certa tensione diffusa per la possibilità di manipolazione fraudolenta dei risultai ma poi, al diffondersi dei parziali che davano fin da subito l’HDP oltre l’11% e dunque al di sopra della soglia del 10%, la tensione via via si trasformava nella sensazione di una vittoria imminente e indiscutibile.
In serata il dato dell’HDP superava anche le previsioni più ottimistiche dello stesso partito arrivando addirittura al 13% con i voti dei turchi all’estero. Un risultato storico, una vittoria ottenuta nonostante gli attacchi alle sedi del partito, all’omicidio del militante di Bingol ed alla strage infame del 5 giugno ad Amed. Per la prima volta nel parlamento turco siederanno 78 deputati a rappresentanza di una sinistra fortemente orientata all’ideologia del confederalismo democratico promossa dalle formazioni kurde in Rojava e nelle altre regioni del Kurdistan. Ora ci si aspetta, visto anche il significativo ridimensionamento del partito di Erdogan che scende al 40,8% e vede sconfitte le sue politiche di guerra e discriminazione, la ripresa del processo di pace, la liberazione di Ocalan e, con l’urgenza dovuta, l’apertura del confine con il Rojava.
Amed, dove abbiamo vissuto la paura della bomba, il dolore per i lutti, il coraggio e la fierezza della popolazione che ogni volta risponde e che non si è mai piegata durante quasi un secolo di persecuzioni, la sera e la notte del 7 giugno è esplosa di gioia in tutti i suoi quartieri nonostante l’HDP avesse invitato al silenzio e alla sobrietà in memoria delle vittime della strage. Impossibile trattenere il flusso di emozioni che, nel volgere di 48 ore, dalla rabbia e dall’odio verso gli assassini di stato si è trasformato in un’onda incontenibile di felicità collettiva.
di Delegazione Osservatori Italiani in Turchia