Ben 646 ONG e varie organizzazioni con sede in Kurdistan del nord hanno rilasciato una dichiarazione congiunta che invita il governo turco a fermare immediatamente le operazioni politiche e militari contro i curdi e di porre fine all’isolamento imposto al leader del popolo curdo Abdullah Öcalan. La dichiarazione ha sottolineato che l’AKP e il presidente Erdoğan insistono con le malefatte riguardanti la questione curda.
La dichiarazione ha dichiarato che “Di fronte ai recenti sviluppi,assumiamo una posizione chiara contro la guerra per la realizzazione della libertà e le richieste democratiche del nostro popolo, con la consapevolezza della responsabilità che portiamo per l’umanità e il nostro popolo”.
La dichiarazione congiunta ha sottolineato l’importante ruolo svolto dal leader curdo Abdullah Ocalan con la sua lettera per la pace al Newroz per e ha sottolineato che il governo dell’AKP non ha adottato i provvedimenti necessari,e che esso porta la responsabilità dell’impegno.
Le ONG e le organizzazioni hanno affermato che la dichiarazione congiunta resa pubblica dalla delegazione di Imrali e le autorità di governo a Palazzo Dolmabahçe è stato un passo storico per la transizione nel processo di negoziazione e per raggiungere la fase della risoluzione democratica finale. La dichiarazione ha ricordato l’annuncio del presidente turco Erdogan della cancellazione della dichiarazione di Dolmabahçe,dopo il quale l’isolamento di Öcalan.è stato inasprito e il processo di risoluzione interrotto.
Il governo statale insiste con le malefatte
Le organizzazioni e le ONG hanno espresso la loro preoccupazione per le operazioni militari e politiche in corso finalizzate a preparare il terreno per elezioni anticipate,e hanno aggiunto che uno dei motivi principali dietro l’attuale tensione politica è la politica dello Stato e del governo sul Medio Oriente e la Siria.
La dichiarazione ha sottolineato che le politiche del governo turco per quanto riguarda la Siria e in particolare il Rojava Kurdistan,ha creato ostacoli alla soluzione della questione curda in Turchia, e che il governo turco e lo Stato,piuttosto avrebbero dovuto sostenere la legittima lotta del popolo del Rojava contro i gruppi di ISIS come esigenza degli ideali di fraternità e di convivenza.
“Quello che potrebbe creare vantaggi per la Turchia e per tutti i popoli è di sviluppare politiche e una saggezza di stato che assumei curdi come fratelli e sorelle e strategicamente amici. Tuttavia, lo stato turco ha insistito con i suoi errori,mentre il sostegno internazionale acquisito dalla resistenza contro le bande di ISIS a Kobanê avrebbe dovuto piuttosto rappresentare l’opportunità di disporre per sé di questi misfatti “, ha affermato la dichiarazione.
“I massacri perpetrati a Amed, Kobane e Suruç sono una conseguenza della mancanza di reazione agli attentati precedentemente compiuti da ISIS a Adana e Mersin,dell’adottare misure di sicurezza a causa degli attacchi, così come le politiche che mettono sullo stesso piano ISIS e le YPG “, hanno sottolineato le Ong,aggiungendo che le bande ISIS hanno tratto benefici da queste carenze politiche.
Le ONG hanno espresso inoltre profonda preoccupazione per l’insistenza dello stato e del governo in politiche sbagliate,che potrebbero rappresentare un ritorno ai terribili anni ’90,e che Isis
potrebbe trasformarsi in una seria minaccia per la Turchia ed il Kurdistan.
La dichiarazione ha inoltre espresso profonda preoccupazione per le operazioni aeree e di terra realizzate contro il PKK in tutto il Kurdistan,per le foreste incendiate,per le operazioni politiche contro i politici curdi e le forze democratiche,e condanna ulteriormente il massacro perpetrato contro i civili nel villaggio di Zergele in Qandil.
Richieste: consolidare il cessate il fuoco;porre fine all’isolamento; riavvio del processo di risoluzione
La dichiarazione congiunta di 646 organizzazioni e ONG ha elencato le loro richieste urgenti, chiedendo in primo luogo alle parti di dichiarare un cessate il fuoco consolidato al fine di aprire la strada ad una soluzione pacifica, invitando tutte le parti;
– Sviluppare un senso comune per il ritorno all’accordo di Dolmabahce,
– Riavvviare un processo di dialogo che è stato a lungo interrotto, trasformandolo in un processo negoziale formale con il signor Ocalan .
– Salvare il popolo da un ambiente caotico che può trascinare il paese in un bagno di sangue,in uno spazio di grandi incertezze e anche in un abisso.
Le ONG e le organizzazioni hanno invitato tutte le strutture politiche, i gruppi e le donne in tutta il Kurdistan ad agire nell’unità e in solidarietà per l’inizio di un vero processo di risoluzione democratico e pacifico, e ha sottolineato che nessuna ragione può legittimare l’attuale guerra e gli attacchi ,e che non li sostengono.
Appello alla solidarietà
Infine le 646 organizzazioni e ONG hanno invitato l’opinione pubblica democratica,le istituzioni,i partiti politici, le donne e la stampa libera ad assumere una posizione chiara contro una nuova guerra: “Chiediamo all’umanità di schierarsi contro la guerra che è stata avviata contro il popolo curdo e che potenzialmente può finire in una grande distruzione, e ad aumentare la solidarietà con il popolo curdo “.
ANF