Kurdistan: Le donne combattenti sono una elemento fondamentale della rivoluzione.Intervista a Zilan Tekosin donna combattente delle YJA-STAR (forza militare del PKK)
Kurdistan irakeno 4 ottobre 2015
Siamo nel campo delle forze militari del PKK (Partito dei lavoratori del Kurdistan) HPG (combattenti uomini) e YJA-STAR (combattenti donne). Il campo, prima del 2003, era usato come centro di addestramento degli uomini di Saddam Hussein; ora sono presenti circa 150 combattenti curdi che sono stati chiamati dalla gente del luogo e dai peshmerga del Puk (militari del governo del Kurdistan irakeno) per essere aiutati a difendere la zona contro DAESH (ISIS).
Il campo è a soli 20 km dalle milizie di DAESH.
Parlo con le donne combattenti dell’YJA-STAR e solo una di loro parla bene inglese; si chiama Zilan, ha 23 anni, è una ragazza curda-tedesca, le chiedo se le posso fare alcune domande, lei risponde di si.
Perché hai deciso di venire qui?
Vivevo in Germania, la mia famiglia è curda, dopo aver visto la distruzione e i morti nel mio paese ho deciso di dare il mio contributo. Il mio popolo aveva bisogno di me e non potevo stare a guardare. DAESH uccide persone che non hanno fatto niente con l’aiuto dell’America e della Turchia e la comunità internazionale sta a guardare.
Perché fai parte delle YJA-STAR?
Io e le altre donne siamo qui anche per lottare non solo contro DAESH ma contro il sistema patriarcale; questa lotta pensiamo che debba essere fatta assieme agli uomini non senza di loro. Noi lottiamo assieme contro un sistema gerarchico, patriarcale e capitalista. Questa ideologia dovrebbe essere comune a tutti, anche a voi che state in Italia, anche se siamo diversi e parliamo lingue diverse.
Noi seguiamo anche ciò che il nostro leader Ocalan dice a riguardo, ovvero che le donne non solo danno la vita, come la natura, ma sono la vita, e quindi occorre rispettarle.
Noi cerchiamo di cambiare il sistema, cerchiamo di ottenere maggiori diritti per le donne e per tutti gli esseri umani.
Cosa ne pensa la tua famiglia della tua scelta?
La mia famiglia rispetta e sostiene la mia scelta, altre famiglie non lo fanno ma i miei familiari sì perchè sostengono la lotta del PKK. Anche i miei fratelli avrebbero voluto partecipare alla lotta ma il PKK accetta solo un membro della famiglia.
Io in Germania avevo tutto: casa, soldi, amici, ma questi pensano solo a fare feste e a divertirsi, io sono diversa, penso a prendere parte a questa rivoluzione.
Non importa quanto tempo vivi, ma come vivi…non abbiamo tanto tempo.
Cosa ne pensi delle femministe occidentali?
Io sono del parere che tu devi prendere quello che vuoi, nessuno te lo da.
Penso che le donne debbano vivere e lottare assieme agli uomini, solo dialogando con loro è possibile cambiare quello che non va nel rapporto uomo-donna.
Io sono femminista e condivido con gli uomini questa lotta, le donne devono lottare per i loro diritti se no vengono sottomesse.
Hai paura?
No. Gli uomini di DAESH sono essere umani come me, loro arruolano molti bambini, quando li guardo negli occhi vedo che anche loro hanno un’anima.
Come vanno i rapporti tra voi donne?
Andiamo d’accordo anche se ci sono dei momenti in cui c’è molta adrenalina e se qualcuna sbaglia, gli viene spiegato con calma dove ha sbagliato, per correggere assieme l’errore.
Ognuna di noi deve conoscere quello che è e ciò che vuole, il nostro carattere può essere modificato anche grazie ai consigli delle compagne. Tu devi conoscere te stessa per sapere quello che vuoi dalla vita.
Dico a Zilan che è molto saggia per la sua età e lei dice che le combattenti e i combattenti vengono formati non solo militarmente ma anche politicamente e culturalmente, leggono molti libri di filosofia e letteratura.
Delegazione italiana in Sud Kurdistan e in Rojava