Noi contadini siamo quelli che guardano come le piante crescono e mettono le foglie; che seminano e piantano piantine e alberelli nella terra; che sono pieni di gioia quando osserviamo i loro progressi in buona salute; che perdono il sonno quando si ammalano; che curano i loro animali come i loro figli.
Ma ora, stiamo perdendo il sonno per gli eventi in Medio Oriente e in Turchia, stiamo seguendo gli sviluppi con grande preoccupazione. Perché? Perché la guerra colpisce per prima i piccoli agricoltori. I contadini sono costretti ad abbandonare i loro villaggi e terreni. Le famiglie contadine non solo perdono la loro terra, ma anche la loro vita, e sono costretti a migrare.
Le foreste sono ora distrutte, l’acqua è inquinata e la natura va in rovina.
Ogni nuova alba porta notizie di nuovi massacri. Le notizie di massacri in Turchia si vanno ad aggiungere alle già devastanti notizie di massacri in Siria e in Iraq.
Nel mese di giugno, una bomba è esplosa in Suruç nel bel mezzo di un raduno di giovani che volevano portare giocattoli ai bambini di Kobanê, e 33 di loro hanno perso la vita.
Invece di vedere un governo che trova e cattura i colpevoli del massacro in Suruç, osserviamo un aumento delle operazioni di polizia mirate contro le forze progressiste e democratiche.
I giovani stanno morendo: non fa alcuna differenza che si tratti di soldati o civili, curdi e turchi.
Il processo di pace è stato dichiarato “congelato”. Le politiche del governo stanno dividendo le persone in Turchia in base alla razza, nazionalità e confessione religiosa. Ogni singola domanda sociale, ogni passo verso il progresso democratico viene soffocata sotto l’oppressione.
Il governo dell’AKP e il Presidente non hanno accettato il risultato delle elezioni generali del 7 Giugno 2015, approfittando delle leggi anti-democratiche e di scappatoie legali. La formazione di un nuovo governo è stata bloccata; e il presidente ha annunciato una nuova elezione anticipata.
Poi, le bombe sono esplose il 10 ottobre nel bel mezzo di una manifestazione per la pace che si opponeva alle politiche che polarizzano rapidamente il paese e portano a una guerra civile e internazionale.
La manifestazione mirava a far crescere la voce della pace contro la guerra ed era stata organizzata da DISK (Confederazione dei sindacati del pubblico commercio), KESK (Confederazione dei Sindacati dei lavoratori pubblici), TMMOB (Unione delle Camere degli ingegneri turchi e architetti), e TTB ( Associazione di medici turchi). Decine di organizzazioni di massa, tra cui Çiftçi-Sen, e partiti politici di sinistra hanno sostenuto la manifestazione.
Secondo le cifre ufficiali, 97 difensori della pace sono stati uccisi e 400 sono rimaste ferite nella città capitale del paese davanti agli occhi delle autorità statali.
Alla luce dei recenti eventi, chiediamo che la comunità internazionale e tutti i cittadini del mondo che hanno a cuore la giustizia e la pace facciano pressione sul governo dell’AKP e sul presidente Recep Tayyip Erdoğan perchè abbandino la loro politica di guerra e le pratiche anti-democratiche, per mettere a tacere le armi e fermare gli omicidi!
Çiftçi-Sen -Confederazione dei piccoli contadini in Turchia e membro di Via Campesina Europa
http://viacampesina.org/en/index.php/main-issues-mainmenu-27/human-rights-mainmenu-40/1892-silence-the-guns-stop-the-killings
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