Nel luglio 2014 i miliziani del cosiddetto Stato Islamico hanno attaccato Kobane con l’obiettivo di conquistare e sottomettere la città. Morte e distruzione hanno invaso le case, i campi e le costruzioni del Rojava, la regione autonoma del Nord della Siria dove da tre anni si sperimenta un progetto di democrazia radicale. Dopo lunghi mesi di assedio, però, le Unità di Autodifesa del Popolo femminili (YPJ) e maschili (YPG) hanno respinto l’attacco jiahdista, mettendo in fuga le truppe dell’ISIS. Il 26 gennaio 2015 Kobane è stata finalmente liberata!
L’assedio di Kobane si è lasciato dietro una scia di oltre 2.000 morti e di più di 400.000 sfollati. Di questi, oltre 250.000 sono già rientrati. Il territorio di Kobane, però, è ancora devastato.
Oggi, la nuova grande sfida è la ricostruzione della città. Dei suoi edifici, ma anche dei rapporti sociali che la animavano, di condizioni di vita dignitose e delle possibilità di avere un futuro.
A Kobane, 174 bambini hanno perso i genitori, morti in prima linea combattendo l’ISIS. La comunità locale sta già progettando la costruzione di un centro polifunzionale dove accogliere e accudire in forma collettiva questi orfani, garantendo loro un tetto, la possibilità di studiare e le cure mediche necessarie. Questo progetto, però, ha costi alti e tempi molto lunghi.
Durante l’assedio di Kobane, 174 bambini sono rimasti orfani. Sono i figli dei “martiri”, di chi è morto combattendo in fila i miliziani dell’ISIS nelle Unità di Autodifesa di Autodifesa del Popolo, in quelle femminili (YPJ) o in quelle maschili (YPG).
Questi bambini hanno età ed esigenze diverse. La maggior parte di loro, 52 bambine e 52 bambini, frequentano la scuola elementare. Poco meno della metà, 25 bambine e 25 bambini, sono dei piccoli studenti di scuola media. Mentre in 16, di cui 7 ragazzine, vanno al liceo. Tra questi bambini ci sono anche 4 sono disabili (2 maschi e 2 femmine).
Nel frattempo, questi bambini hanno bisogno dell’aiuto di tutti noi. Il sostegno a distanza è uno strumento per aiutare concretamente chi ha sofferto la guerra e la perdita dei genitori. Ed è anche un modo per esprimere una solidarietà attiva alla resistenza di Kobane e al progetto di autonomia democratica che i suoi cittadini stanno mettendo in pratica.
Il sostegno a distanza ha l’obiettivo di garantire una vita degna ai bimbi di Kobane e di dare loro la speranza di un futuro sereno, entrando nelle case come amici e costruttori di pace, per superare le barriere dell’indifferenza e gettare le basi di una nuova società solidale.
L’impegno richiesto è il versamento di 30 euro mensili per ciascun bambino. Come sostenere a distanza gli orfani PARTECIPA
Le associazioni promotrici – dall’Italia: UIKI Onlus – Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia; da Kobane: SARA – Associazione Contro la Violenza sulle Donne; e Associazione dei Familiari dei Martiri– si rendono garanti del progetto, favorendo i contatti diretti tra chi aiuta e chi è aiutato.
Per maggiori informazioni e per un contatto diretto con l’associazione promotrice, scrivi a: bimbidikobane@uikionlus.com