Il governo turco sta perseguendo una politica criminale nella regione curda del paese, in Siria e nel Medio Oriente in generale.Nonostante sostenga il contrario, tutte le prove indicano che sta continuando il sostegno la complicità con i signori della guerra omicidi di ISIS consentendo che il petrolio di ISIS venga commercializzato attraverso la Turchia, permettendo che il proprio territorio venga usato per il transito di militanti che da tutto il mondo si uniscono alle file dell’organizzazione e fornendo al bisogno rifugio e cure mediche per i miliziani di ISIS, e fornendo armi a ISIS e a una serie di gruppi takfiri settari. Se è così, tutto questo contribuisce alla complicità con un movimento che minaccia il futuro dei popoli del Medio Oriente e persino del mondo intero.
La Turchia sta conducendo anche una feroce campagna di repressione contro in curdi nel proprio territorio, mentre fino alla primavera del 2015 era impegnata in un processo di negoziati con l’articolato movimento curdo di quel paese. Dalla fine di luglio, molte città curde sono sotto assedio da parte delle forze speciali, della polizia e da ultimo, da parte di decine di migliaia di soldati dell’esercito, che imponendo di volta in volta un coprifuoco totale della durata di una settimana, dieci giorni o anche di durata maggiore, accompagnato da interruzione della corrente elettrica e cessazione di ogni possibilità di comunicazione, attaccano zone intensamente popolate, eseguono operazioni di perquisizione casa per casa e uccidono civili, compresi bambini piccoli e persone anziane e anche alcuni giovani militanti che hanno scavato trincee per difendere queste zone. Rapporti fanno notare che situazione è già tragica, con numeri elevati di vittime che dall’inizio della nuova e più accelerata solo pochi giorni fa. Di questo passo e dato che si parla persino della possibilità che questa azione repressiva possa durare fino a un mese, la prospettiva dei numeri vittime può arrivare a migliaia.
Tutto questo deve finire. Il governo turco sta giocando con il fuoco. Le sue politiche di sostegno e complicità con ISIS e di negazione dei diritti elementari del popolo curdo non solo nel proprio territorio, ma anche nel Rojava, che è nel Kurdistan siriano, sono inaccettabili. Ci sono ampie prove che mostrano l’assistenza turca a ISIS in diverse forme, dalle prove sostenute da immagini satellitari fornite dal Ministero della Difesa della Federazione Russa, ai ripetuti avvertimenti e dichiarazioni di diversi rappresentanti dell’amministrazione US A, nonostante il fatto che la Turchia è uno dei maggiori alleati e componente della NATO.
Chiediamo al governo turco di cessare qualsiasi assistenza alla banda assassina chiamata ISIS e di smettere di reprimere e massacrare i cittadini curdi.
Raccomandiamo che venga costituita una commissione di inchiesta internazionale indipendente composta da noti intellettuali, giuristi e difensori dei diritti democratici per investigare sulle affermazioni relative alle pratiche del governo turco in queste aree.
Nome e Organizzazione
Noam Chomsky
Professor, MIT, Cambrigde, MA, USA
Michael Löwy Professor Emeritus CNRS, Francia
Tariq Ali
Editor, New Left Review, Londra, Regno Unito
Joan Cocks
Mount Holyoke College, USA
Bertell Ollman Professor of Political
Science, New York University, NYC, US
Robert Brenner History Department,UCLA, Los Angeles, CA.
Nancy Holmstrom Professor Emerita,Università di Rutgers
Greg Albo
York University, Canada
Suzi Weismann Politics Department,St. Mary’s College, Moraga, CA.
Fred Moseley Department of Economics, Mount Holyoke College, MA
Eleni Varikas Professor Emeritus,University Paris VIII, Francia
Guglielmo Carchedi
University of Amsterdam (in pensione)
Raquel Varela Universidade Nova de Lisboa,Lisbona Portogallo
David Laibman
Editor, Science and Society, Brooklyn, NY, USA
Inviare le adesioni a info@retekurdistan.it