Kurdistan

KCK: I principi fondamentali della dichiarazione devono essere oggetto di un negoziato con il presidente Abdullah Öcalan

Presa di posizione della KCK sulla dichiarazione di 14 punti della riunione annuale del “Congresso per una Società Democratica“ DTK, del 29.12.2015.Rilasciare una dichiarazione in un periodo in cui il popolo curdo resiste per l’autogoverno, ha un grande significato per la lotta per la democrazia in Turchia.

La dichiarazione afferma che l’unità democratica della Turchia va raggiunta attraverso la democratizzazione e i suoi effetti a livello locale, e allo stesso tempo indica le linee guida politiche per la Turchia. In questo contesto è rivolta alla soluzione della questione curda e alla democratizzazione della Turchia.

L’unico metodo politico per preservare la Turchia sulla base di pace e stabilità nell’unità, è la democrazia e la sua pratica a livello locale nell’intera società.

Nel mondo di oggi, i metodi democratici traggono la loro piena legittimità da democrazie che vengono vissute a livello locale. L’era in cui la legittimità del dominio veniva prodotta con la violenza delle armi volge al termine. Oggi la legittimità degli stati nei territori che governano, si basa sull’esistenza di democrazie locali. I paesi in cui vengono vissute democrazie locali, sono paesi che hanno rafforzato la propria unità. Le tendenze alla scissione sono state superate con l’esistenza di democrazie a livello locale.

Riconosciamo lo spirito della dichiarazione del DTK e crediamo fermamente che svolgerà il suo ruolo nella democratizzazione della Turchia e nella soluzione della questione curda.

È necessario che i principi fondamentali della dichiarazione siano oggetto di negoziato con l’attore principale dei curdi, il Presidente Öcalan, e che il risultato venga portato in parlamento come progetto di soluzione. È importante che il parlamento accolga una tale soluzione democratica nella costituzione e lo sostenga a livello giuridico. Una soluzione basata sulla democratizzazione si può ottenere solo in questo modo.

La proclamazione dell’autogoverno da parte del popolo curdo, mira in via di principio alla soluzione della questione curda sulla base di una democratizzazione.

Una soluzione della questione curda sulla base della democratizzazione nell’ambito dei negoziati, è stata disdettata con il rifiuto dell’accordo di Dolmabahçe. E quando, parallelamente a questo, è stata avviata una guerra contro il popolo curdo, quest’ultimo, per mezzo di offensive democratiche a livello locale, ha iniziato attraverso la lotta pratica a mettere le basi per la democratizzazione della Turchia. Dato che la dichiarazione affronta in questo contesto la democrazia a livello locale e l’autogoverno, ha un carattere risolutivo.

L’ATTACCO DIRETTO DELL’AKP HA SMASCHERATO LA SUA VERA MENTALITÀ

Il governo dell’AKP ha bollato questa proposta, che mira alla democratizzazione della Turchia e in questo modo rivendica un modello per l’intera regione, come separatismo e fantasia e la ha attaccata. Con questo ha rivelato la sua mentalità. Ha nuovamente mostrato che non persegue né una soluzione della questione curda, né dispone di una mentalità democratica, ma che persegue invece un dominio coloniale che pratica il genocidio culturale.

Va detto chiaramente: la mentalità dello stato turco e del governo dell’AKP, la follia di costruire una nazione attraverso il genocidio culturale dei curdi, oggi rappresenta una fantasia non realizzabile. Piuttosto è realistico e giusto sviluppare una democrazia locale sulla base dell’autonomia. A livello mondiale non esiste un paese che difende la mentalità e la politica dello stato turco. (…)

LA RESISTENZA NELLE TRINCEE E DIETRO ALLE BARRICATE È LEGITTIMA

È evidente che gli sforzi dei curdi di raggiungere la loro esistenza, la loro identità, la loro lingua e cultura nell’ambito di una costituzione democratica e del proprio autogoverno, non vengono accettati e non vengono tollerati in alcun modo. In questo modo diventa anche chiaro perché è stato rifiutato l’accordo di Dolmabahçe e perché nei confronti del Presidente, che persegue una soluzione con ogni mezzo, viene di nuovo applicato un isolamento totale. Ora il mondo intero vede che le trincee e le barricate rappresentano la resistenza contro questa politica di negazione e repressione.

Questa realtà allo stesso tempo mostra anche la necessità di costituire un blocco democratico in cui si incontrino tutte le forze democratiche della Turchia e del Kurdistan e di rafforzare la lotta contro il governo dell’AKP. Tutti gli stati, le istituzioni e realtà democratiche, devono finalmente riconoscere la posizione antidemocratica dell’AKP rispetto alla dichiarazione del DTK, e prendere a loro volta il proprio posto nella lotta per la democrazia. Senza respingere l’attuale mentalità dell’AKP, la soluzione dei problemi in Turchia non è possibile.

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