Ali Atalan dal 2010 al 2012 ha fatto parte della Linksfraktion nel Consiglio Regionale della Nordreno-Vestfalia e ora è deputato dell’HDP nel parlamento turco.
Dalle elezioni del giugno 2015 Lei fa parte del parlamento turco per il partito socialista filo-curdo HDP. Quali reazioni ha suscitato l’HDP?
L‘AKP e il regime di Erdogan hanno vissuto il clima di svolta determinato dalla fondazione dell‘HDP come l’inizio della loro fine. La democratizzazione della Turchia per la quale siamo impegnati, nella quale è prevista anche una soluzione pacifica della questione curda, ha fatto impazzire l’AKP. L’HDP evidentemente è l’organizzazione più efficace contro il sistema medievale di Erdogan. Ha anche avuto una crescente approvazione nella popolazione turca.
Perché la Germania e l’Unione Europea sono così acritici nei confronti del governo Erdogan?
Purtroppo la Germania sostiene totalmente governi autoritari come quello dell‘AKP in Turchia. Le conseguenze di questa politica dell’occidente si vedono solo a posteriori: instabilità politica, crisi, guerra e quindi ondate di profughi. La doppia morale e le strategie a breve termine guidate dagli interessi rafforzano regimi autoritari come quello in Turchia, Arabia Saudita e in Iran. Questo deve cambiare completamente. Purtroppo non c’è nemmeno un‘opinione pubblica sufficientemente critica che mette sotto pressione i governi occidentali o che abbia almeno un effetto di correzione. Anche a questo bisogna lavorare. L’opinione pubblica deve essere informata sui nessi. La concezione del mondo di Erdogan non è sbagliata e pericolosa solo per la Turchia e il Vicino Oriente, lo è anche per la pace mondiale.
Quali prospettive vede?
Ci sono due scenari per il futuro. O l’ideologia dell’AKP e il dominio di Erdogan in Turchia si consolidano oppure la via per la libertà e la pace da luogo a una forza sociale. Si tratta di scegliere tra un modo di pensare medievale e la democrazia moderna.
Quali sono esattamente i propositi di Erdogan e del suo AKP?
L’omogeneizzazione della società, una neutralizzazione delle forze dell’opposizione e alla fine la creazione di una dittatura con lui come califfo. Erdogan ormai fa tutto per questo obiettivo. Al momento sono l‘HDP e le forze curde che disturbano la realizzazione di questo obiettivo.
La Germania e l’UE patteggiano con la Turchia sulla politica dei rifugiati. Come vivono lì i profughi?
L’idea che la Turchia tratti i profughi rispettando la dignità umana e che in questo modo possa impedire che queste persone proseguano la fuga verso l’Europa occidentale è irrazionale. Il governo dell’AKP usa la situazione come strumento di pressione per raggiungere propri obiettivi geopolitici e sostegno finanziario. L’UE è oggetto di un vero e proprio ricatto – o meglio, si lascia ricattare dal governo dell‘AKP. La migliore soluzione è aiutare le persone nei propri paesi di origine e partecipare alla soluzione dei problemi. Invece cosa fa l’UE? Sostiene regimi repressivi, coopera e patteggia con loro e poi si meraviglia e si chiede perché le persone fuggono dalla loro patria. Qui serve un cambio sostanziale di paradigma. Erdogan non risolve il problema dei profughi, lo crea e lo peggiora lui stesso. Centinaia di migliaia di curdi recentemente hanno dovuto lasciare le proprie città a causa della brutalità dell’esercito turco e sono stati fatti diventare dei profughi anche loro.
Molti profughi vengono dalla Siria. Che ruolo svolge la Turchia in quella guerra?
La Turchia è una delle potenze regionali che hanno sconvolto la Siria. Ha impedito con ogni mezzo che il PYD curdo partecipasse alla conferenza di Ginevra sulla Siria. Inoltre ha dato pieno sostegno agli jihadisti in Siria e li ha riforniti di armi.
Fonte: http://www.jungewelt.de/2016/02-10/101.php
Intervista: Markus Bernhardt
Da Junge Welt