Belgrado. Nel caso di una chiusura completa della cosiddetta rotta dei Balcani, Belgrado riceverà 47 milioni di Euro. Questo è quanto dichiarato dal rappresentante dell’organizzazione per i rifugiati dell’ONU (UNHCR), Hans Friedrich Schodder, venerdì alla radio serva RTS. Dodici milioni di dollari USA verrebbero messi a disposizione dall’UNHCR. Il quotidiano di Belgrado Danas aveva riferito che gli Stati UE hanno in programma di chiudere i loro confini ai profughi il 1 marzo. Ma la Serbia non diventerebbe una »zona cuscinetto«, l’UNHCR, insieme al governo e alle altre organizzazioni è preparato a questa eventualità, ha dichiarato Schodder.
Intanto in Austria mercoledì è entrato in vigore in il limite massimo giornaliero per i profughi. Dalle 8.00 al confine meridionale vengono accettati al massimo 80 richiedenti asilo al giorno. Allo stesso tempo le autorità hanno lasciato che 3.200 profughi proseguissero il loro viaggio verso la Germania. Appena raggiunte le quote, i confini verranno di nuovo chiusi. A Vienna venerdì si è riflettuto su un ulteriore abbassamento delle quote.
A Bruxelles giovedì notte in un vertice 38 capi di stato e di governo dell’UE avevano concordato di continuare a collaborare con la Turchia nella chiusura dei confini. A questo proposito non ci sarebbe »alcuna alternativa«, ha detto il capo della Commissione UE Jean-Claude Juncker venerdì mattina. A inizio marzo è previsto un vertice straordinario con la Turchia. Inoltre i capi governo dell’UE hanno chiesto di mettere fine alla “politica del lasciar passare”.
Secondo quanto riferito dalla guardia costiera greca e dell’agenzia UE per il controllo dei confini FRONTEX venerdì, nell’Egeo nel corso di due giorni sono state salvate complessivamente 1.753 persone. Mentre a inizio settimana una tempesta aveva fatto sì che un numero significativamente inferiore di persone tentasse la traversata, l’UNHCR mercoledì aveva contato 4.611 profughi in cerca di protezione. Nelle prossime settimane nelle acque tra la Grecia e la Turchia verranno impiegate anche navi da guerra della NATO. (AFP/dpa/jW)
Fonte: https://www.jungewelt.de/2016/02-20/028.php
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