I coprifuoco senza termine per tutto il giorno che il governo dell’AKP ha dichiarato dal 16 agosto 2015 nelle province curde inaspriscono ulteriormente la situazione di emergenza che mina diritti umani fondamentali e la libertà nella regione, tra cui il diritto alla vita e alla sicurezza personale.
Fino ad ora i coprifuoco sono stati in vigore in sette province e 20 distretti per una durata complessiva di 395 giorni. Questa politica dei coprifuoco lede direttamente e chiaramente sia disposizioni vincolanti della Costituzione della Repubblica turca che principi fondamentali del diritto umanitario, in primo luogo e in particolare il dettato della Convenzione di Ginevra sulla protezione della popolazione civile nelle guerre e nelle zone di conflitto.
L’esempio più attuale e distruttivo di violenza sistematica e minacce di massacri durante l’attuale coprifuoco si è verificato nella città di Cizre, provincia di Şırnak, davanti agli occhi dell’indifferente opinione pubblica turca e internazionale 165 civili che durante operazioni militari avevano cercato rifugio nelle cantine di edifici residenziali sono stati bombardati a morte dalle forze di sicurezza turche.
Mentre il governo dell’AKP continua ad assolversi dalla responsabilità per il massacro di civili a Cizre, a parte lo slogan ritrito della „lotta contro il terrorismo “, siamo di nuovo scioccati dalle notizie dal distretto di Sur della città di Diyarbakır.
Sur da 78 giorni, dall’11 dicembre 2015 è sotto coprifuoco. Secondo fonti locali e la stampa – situazione al 18 febbraio – circa 200 persone, tra cui bambini e persone ferite, sono ancora chiuse nelle cantine degli edifici residenziali del distretto di Sur, dove si sono verificati scontri armati.
Da due giorni nostri funzionari e deputati cercano di comunicare con rappresentanti del governo. Chiedono un’indagine ufficiale su queste notizie e l’apertura di un corridoio sicuro per l’evacuazione dei civili rinchiusi. Ma tutti i nostri sforzi e le nostre richieste sono rimasti senza risposta. Siamo estremamente preoccupati della possibilità che a Sur possa ripetersi il massacro di Cizre.
In queste condizioni siamo anche preoccupati della prevalenza del silenzio dell’opinione pubblica internazionale di fronte alla violenza e ai massacri nelle città curde. Durante gli attacchi militari contro i civili rinchiusi a Cizre avevamo comunicato all’opinione pubblica internazionale che il suo silenzio e la sua indifferenza rafforzano il governo dell’AKP e le sue forze di sicurezza nelle sue azioni illegali e inumane nelle città curde. Se l’opinione pubblica mondiale avesse levato la sua voce potente per la protezione della vita e della sicurezza dei civili rinchiusi a Cizre, allora oggi forse non avremmo dovuto recuperare centinaia di cadaveri dalle rovine di Cizre. Ora, all’inizio di una tragedia potenzialmente simile che incombe su distretto di Sur, facciamo di nuovo appello alla Comunità Internazionale.
Chiediamo alle Istituzioni internazionali, alle organizzazioni umanitarie e alle attiviste e attivisti di assumere con urgenza responsabilità e di prendere posizione e di chiedere al governo turco che metta fine senza indugio ai coprifuoco e alla violenza di stato nelle città curde e in particolare la protezione delle vite dei civili rinchiusi nelle cantine di Sur.
Non lasciamo che domani possa essere troppo tardi per Sur!
Hişyar ÖZSOY
Vice-Co-Presidente dell’HDP e portavoce per le questioni internazionali