Capodanno curdo oscurato da divieti e violenze dell’esercito turco. Nuovo attentato suicida a Istanbul-Per la seconda volta in una settimana sabato la Turchia è stata scossa di un attentato. Un
attentatore, che faceva parte della milizia jihadista “Stato Islamico” (IS) si è fatto esplodere sulla via Istiklal di Istanbul particolarmente popolare tra i turisti e ha portato quattro persone con sé alla morte. Secondo quanto dichiarato dal Ministero della Salute turco, altre 39 persone sono rimaste ferite. Già nei giorni precedenti all’attacco le ambasciate di Germania e USA avevano messo in guardia da possibili attentati.
Al regime di Ankara i recenti attacchi servono da pretesto per procedere in modo ancora più duro contro gli oppositori e il movimento curdo. Dopo che negli ultimi due anni il Newroz curdo – ossia la festa per il nuovo anno all’inizio della primavera – ha potuto svolgersi per lo più pacificamente e senza divieti, questa volta in molte città le manifestazioni e iniziative sono state vietate. I divieti hanno colpito tra l’altro raduni a Istanbul e Ankara, anche i festeggiamenti a Diyarbakir sono stati vietati.
L’Unione delle Comunità del Kurdistan (KCK), che nei media occidentali viene generalmente equiparata al Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) fuori legge, ciononostante ha chiamato la popolazione a una partecipazione di massa alle manifestazioni. Così si vuole dimostrare che il Newroz non può essere vietato. »Il divieto del Newroz è un attacco all’esistenza del popolo curdo e va di pari passo con la distruzione delle città curde«, si dice nella dichiarazione diffusa dall’agenzia stampa ANF. Anche il Movimento Unito per la Rivoluzione dei Popoli (HBDH), l’alleanza di organizzazioni curde e comuniste fondata pochi giorni fa, ha invitato a opporsi ai divieti nelle strade e nelle piazze.
Nonostante la repressione, nel fine settimana in tutto il paese decine di migliaia di persone hanno partecipato alle manifestazioni organizzate prevalentemente dal Partito Democratico die Popoli (HDP). Anche a Hannover hanno manifestato circa 30.000 persone contro il comportamento di Ankara. Mentre la polizia qui ha riferito di uno svolgimento “molto pacifico”, in Turchia le forze di sicurezza sono spesso intervenute con lacrimogeni e idranti contro i manifestanti. A Istanbul venerdì sera un 37enne è morto per le ferite riportate, riferisce l’agenzia stampa socialista ETHA. Anche domenica nella metropoli si è ripetutamente arrivati a scontri tra la polizia e manifestanti che nonostante il divieto cercavano di raggiungere il luogo del raduno. Alla chiusura di JW solo a Istanbul si riferiva di circa 100 arresti. Ciononostante il presidente dell’HDP Selahattin Demirtas nel suo discorso alla manifestazione a Dersim si è mostrato deciso: “Non abbiamo paura di dover andare in carcere. Se questo succede, ci andremo a testa alta, con orgoglio e dignità”
Intanto nel fine settimana l’esercito turco ha proseguito i suoi attacchi alle città curde sotto coprifuoco di Yüksekova, Nusaybin e parti di Diyarbakir. Inoltre pare che l’esercito sabato a Yüksekova abbia usato armi chimiche. Come ha riferito il canale televisivo curdo Özgür Gün TV, hanno così perso la vita al meno 40 persone.
di Kevin Hoffmann Istanbul
Junge Welt