La Turchia crea agitazione a Cipro e nel Caucaso. Erdogan vuole togliere la cittadinanza ai seguaci del PKK-Il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan vuole privare della cittadinanza i sostenitori del Partito dei Lavoratori del Kurdistan PKK. »Dobbiamo prendere tutte le misure necessarie per mettere i seguaci dell’organizzazione terroristica in condizioni di non nuocere, compresa la revoca della loro cittadinanza«, ha dichiarato Erdogan martedì durante un’assemblea di giuristi ad Ankara. Un simile modo di procedere in Turchia ha una tradizione. Già dopo il colpo di stato militare del 12 settembre 1980 la giunta aveva emanato un decreto secondo il quale viene revocata la cittadinanza a ciascun cittadino turco che “all’estero lavora contro la sicurezza interna ed esterna della Repubblica di Turchia”.
Erano interessati centinaia di oppositori, soprattutto di sinistra, che erano fuggiti in Europa. Ma i piani di revoca della cittadinanza di Erdogan non mirano solo agli emigrati, ma anche a una gran parte dei curdi in Turchia. Un passo del genere andrebbe incontro ai politici tedeschi che nell’ambito della libertà di visto concessa a fronte dell’accordo UE-Turchia sui profughi temono una »fuga di massa« di curdi verso la Germania. Così il Ministro degli Interni bavarese Joachim Herrmann (CSU) a fine marzo dopo uno scontro tra fascisti turchi e contromanifestanti curdi ad Aschaffenburg aveva dichiarato che »far entrare liberamente in Germania tutti i turchi, compresi i curdi non è in alcun modo sostenibile«. Senza passaporto gli oppositori della Turchia non potrebbero godere della libertà di visto.
Nelle città attualmente sotto attacco nell’est della Turchia, le unità di autodifesa curde YPS continuano una strenua resistenza. Dopo la morte di diversi soldati nella città di Nusaybin, sotto coprifuoco da tre settimane, il Presidente del Partito del Movimento Nazionalista (MHP) Devlet Bahceli ha chiesto la completa distruzione di questa roccaforte del movimento di liberazione curdo al confine con la Siria dicendo che il governo dovrebbe dare agli abitanti tre giorni di tempo per l’evacuazione. »Poi Nusaybin dovrebbe essere rasa al suolo e nessuno lasciato in vita«, ha dichiarato il capo dei »Lupi Grigi « fascisti martedì in una riunione del gruppo parlamentare dell’MHP. Il partito, che nelle ultime elezioni ha preso poco più del dodici per cento dei voti, ufficialmente è all’opposizione del governo. In effetti però l’MHP è entrato di fatto in una coalizione di guerra anticurda con il partito di governo nazionalista religioso AKP.
Il deciso corso verso destra di Ankara ora ha ripercussioni anche a livello internazionale nella Repubblica Turca di Cipro del Nord (KKTC). Lì, nel fine settimana dopo l’uscita del Partito di Unità Nazionale UBP – la versione nord cipriota dell’AKP – si è rotta la coalizione di governo formata l’estate scorsa. Come motivazione ufficiale per la rottura con il Partito Repubblicano Turco (CTP) socialdemocratico, il Presidente dell’UBP Hüseyin Özgürgün ha citato l’incapacità del governo di prendere in mano la desolante situazione economica. La fine del governo pesa sulle trattative su una riunificazione dell’isola divisa dall’invasione turca nel 1974 riprese con nuovo slancio nei mesi passati sotto Mustafa Akinci, Presidente nord cipriota di sinistra. Così ora si delinea la formazione di una coalizione di destra composta dall’UBP e dal Partito Democratico (DP) nazionalista. Un governo del genere difficilmente sarebbe disposto a compromessi con il lato greco dell’isola.
Anche il conflitto nel Caucaso divampato la settimana scorsa intorno all’enlcave armena del Nagorno-Karabakh in Azerbaigian viene fomentato dalla Turchia.. »La Turchia sarà al fianco dell’Azerbaigian contro l’aggressione e occupazione armena fino al giorno del giudizio« ha assicurato il Presidente del Consiglio dei Ministri Ahmet Davutoglu martedì durante una riunione del gruppo parlamentare dell’AKP. Nei combattimenti tra gli armeni e l’Azerbaigian, che sono stati i più duri dalla tregua del 1994, negli ultimi giorni sono stati uccisi dozzine di soldati e di civili da entrambe le parti. Mentre il governo turco sostiene gli azerbaigiani come »popolo fratello« di origine turca, l’Armenia è alleata con la Russia. Le tensioni esistenti tra Mosca e Ankara dall’abbattimento di un aereo militare russo in volo sulla Siria da parte della Turchia nello scorso dicembre, trovano così risonanza in una guerra per procura nel Caucaso incoraggiata dall’AKP.
di Nick Brauns
Jungewelt
Foto: Vahan Stepanyan/PAN Photo/Reuters