Il 27.02.2016 nella terza conferenza di Ginevra sulla Siria era stata annunciata una tregua per la Siria che secondo informazioni ufficiali sembra continuare a tenere. Mentre si è parlato molto degli attacchi del regime di Assad e della Russia nella regione di Aleppo, per l’intera regione Rojava e in particolare nel triangolo Afrîn/Kobanê/Aleppo non è proprio il caso di parlare di tregua. Questo si vede anche negli attacchi contro il quartiere autogovernato, abitato in prevalenza da curde e curdi, di Şêxmesûd di Aleppo che viene attaccato da un’alleanza della »Coalizione Nazionale« (ETILAF) con sede a Istanbul con i gruppi terroristici jihadisti e nazionalisti suoi associati. Di questa Coalizione Nazionale fa parte anche il Consiglio Nazionale Curdo in Siria (ENKS)1 appoggiato dal governo del Kurdistan meridionale di Barzanî. Milizie di diversi partiti dell‘ENKS qui procedono contro il quartiere insieme a Jabhat al-Nusra (Fronte Al-Nusra; vicino ad Al-Qaida) e altre unità. Almeno quaranta civili avrebbero perso la vita fino al 08.04.2016.2
Questa situazione inizialmente sembra confusa: quindi combattono curdi che vengono sostenuti dal Partito Democratico del Kurdistan (PDK) di Barzanî del Kurdistan meridionale, che a sua volta riceve armi anche dalla Germania, contro curdi che sostengono un Rojava autonomo e nella loro avanzata contro Stato Islamico (IS) ricevono aiuti da una coalizione guidata dagli USA. E intanto l’attacco proviene da unità di ENKS/Coalizione Nazionale al fianco di gruppi legati ad Al-Qaida come Jabhat al-Nusra, milizie turkmene di estrema destra e gruppi salafiti come Ahrar al-Sham (Movimento Islamico degli uomini liberi del Levante).
Per questo uno sguardo alle rispettive alleanze e alle potenze regionali a loro collegate è necessario per capire come si è arrivati a questo. Nella trattative sulla Siria a Ginevra specialmente la Turchia aveva spinto perché la grande maggioranza di curde e curdi della Siria, nella fattispecie l’autogoverno del Rojava, restasse esclusa dai colloqui, mentre Ahrar al-Sham e Jaish al-Islam (Esercito dell’Islam) erano invitati.3
La Turchia ha interpretato la tregua, e in particolare l’esclusione dell’amministrazione autonoma del Rojava, come perdita di legittimità di quest’ultimo e come possibilità per nuovi più intensi attacchi. In questo è stata sostenuta dal silenzio dell’Europa, prima tra tutti la Germania, per gravissime violazioni dei diritti umani nei confronti della popolazione curda e bombardamenti aperti di città come Nisêbîn (Nusaybin), Cizîr (Cizre) o Amed-(Diyarbakır-) Sûr nel Kurdistan del nord. Così la Turchia e l’Arabia Saudita proseguono la loro politica aggressiva nei confronti dell’amministrazione autonoma del Rojava e continuano ad armare le loro milizie jihadiste o di estrema destra.4
A questo si è aggiunta la situazione nel Kurdistan federale, Iraq del nord. Il Presidente Barzanî del PDK lì governa, ormai fuori dalla legittimità costituzionale, in un ulteriore mandato, l’economia che per il 95 % si basa su entrate derivanti dal petrolio è allo sbando, il governo non riesce da mesi a pagare i militari, la popolazione lascia il Paese quando può e nel sistema clientelare cresce l‘insoddisfazione. Così il governo Barzanî è ancora più dipendente dal suo stretto partner, il partito turco di governo AKP. Che sia più vicino a quest’ultimo che alla popolazione del Kurdistan del nord è diventato chiaro già quando Barzanî il 30.09.2015, mentre contemporaneamente la città di Cizîr veniva devastata dalle truppe turche, fece una visita elettorale all‘AKP durante un convegno di partito e venne ricevuto con slogan come “La Turchia è fiera di te “.5
Così ora si è arrivati a ulteriori intensi colloqui con Barzanî, che rifiuta l’amministrazione autonoma del Rojava in linea generale e sembra che sia d’accordo sul procedere ancora insieme. Incontri del genere si sono svolti tra Barzanî e il coordinatore della delegazione saudita Riyad Hidjab nella capitale del Kurdistan del sud Hewlêr (Erbil).
Nell’ambito di questo processo sono iniziati anche gli attacchi contro Aleppo-Şêxmesûd con la partecipazione di Ehfad-ı Selahattin (definizione turca per “Discendenti di Selahattin/Saladino”, e anche “Brigata Selahattin-/Saladino” o “13° Brigata”), che ha collegamenti stretti con il PDK. Nei media vicini allo Stato turco viene definito orgogliosamente come il gruppo curdo “anti-PYD”- [PYD=Partito dell’Unione Democratica].6 Secondo dati forniti dal presidente del partito Azadî, Mustafa Cuma, rappresentato nell‘ENKS e nel frattempo unificato con il PDK-Siria (PDK-S), questa unità è vicina a loro,7 e così non è affatto strano che in un video in cui Ehfad-i Selahattin promette “di impedire un avanzamento del PKK su Azaz e Cerablus [Jarabulus]”, venga acclamato al grido di “Allahu-akbar”.8
In questa logica gli attacchi non vanno solo contro Şêxmesûd, ma contro tutti i luoghi liberati dalle Forze Democratiche Siriane (FDS) nella regione tra i cantoni di Kobanê e Afrîn. Degli attaccanti caduti è sempre stato possibile determinare l’appartenenza organizzativa, così tra gli uccisi il 07.04.2016, oltre a diversi appartenenti a Jabhat al-Nusra e Ahrar al-Sham, c’erano anche componenti della brigata Sultan-Murat [sulla brigata Sultan-Murat, vedi sotto.], due dei quali appartenenti ai servizi segreti turchi MIT.9
In tutti questi attacchi già in precedenza si era fatto notare il buon coordinamento tra unità della Coalizione Nazionale, l’esercito turco e anche di IS e già sorgeva il sospetto su cose del genere.10
Anche Ahrar al-Sham viene sostenuto apertamente dalla Turchia e dal Qatar e rappresenta uno dei primi alleati di Jabhat al-Nusra. Il Ministro degli Esteri Frank Walter Steinmeier impose che questo gruppo partecipasse ai colloqui di Ginevra. Guido Steinberg, della fondazione Stiftung Wissenschaft und Politik (SWP), definisce Ahrar al-Sham come molto vicino al Fronte Al-Nusra, “ideologicamente molto vicino” 11, conferma anche il loro stretto collegamento organizzativo con Jaish al-Fatah (Esercito della Conquista).12 Il comportamento del governo federale [tedesco] in questo contesto può anche essere interpretato come una concessione alla Turchia.
L’ENKS insieme al PDK ha addestrato diverse migliaia di “Rojava-Peshmerga” come milizie di partito che dovevano essere inviate nella regione. Osservazioni di unità delle Forze Democratiche della Siria, delle quali fanno parte anche le Unità di Difesa del Popolo (YPG), confermano che molti di questi “Rojava-Peshmerga”in questa regione combattono contro l’amministrazione autonoma.13 Il comando dei peshmerga lo nega in modo deciso perché la questione ha un significato decisivo. Perché siccome »Peshmerga del Rojava« sono stati equipaggiati e addestrati dai peshmerga del PDK nel Kurdistan del sud, si potrebbe chiedere che fine hanno fatto armi tedesche e naturalmente anche se la Bundeswehr, che ha fatto lo stesso con unità simili a Şengal (Sijar),14 anche qui si è occupata dell’addestramento e con questo, almeno per quanto riguarda la regione settentrionale della Siria, ha sostenuto alleati tattici di bande terroristiche jihadiste che combattono contro l’amministrazione autonoma.
Un’indicazione chiara della partecipazione di cosiddetti Rojava-Peshmerga del Kurdistan del sud agli attacchi ad Aleppo sono forniti da una lettera di Ahrar al-Sham a Jabhat ad al-Nusra che è diventata pubblica con la liberazione di Tel Rifat (Arfet). Se si presuppone che il documento sia autentico, allora qui viene documentato che PDK e/o ENKS con l’aiuto dell’AKP e dei servizi segreti turchi MIT hanno inviato unità attraverso Azaz in direzione di Aleppo. La lettera, firmata il 04.01.2016 con il sigillo di Ahrar al-Sham, vicino ad Al-Qaida, è indirizzata al “comando dei nostri fratelli di Al-Nusra nella zona di Aleppo” e contiene l’esortazione: “Per via della situazione attuale [descritta nel testo come avanzata di regime e PKK nell’area di Aleppo] chiediamo che i nostri fratelli del comando di Al-Nusra permettano che i nostri soldati che vengono dal nord dell’Iraq attraversino il confine turco e possano essere stazionati ad Azaz. Dette persone sono chiamate peshmerga. (…) Non rappresentano un’altra forza curda, ma si uniranno all’opposizione contro il regime safavide [evidentemente una definizione per l’influenza iraniana in Siria] attraverso la Turchia. Questi soldati che aspettano nel nord dell’Iraq, sono pronti di propria iniziativa a partecipare a un commando speciale per la completa liberazione di Aleppo, a ripulire questa regione dal regime di Bashar e dai suoi terroristi del PKK …«15
Queste unità militari dell’ENKS hanno già una lunga storia di collaborazione con gli oppositori della rivoluzione nel Rojava, con la parola d’ordine “il nemico del mio nemico …” Così, tra l’altro, secondo dichiarazioni di sopravvissuti raccolte dall’autore, unità del partito Azadî insieme ad unità dell’Esercito Libero Siriano (ELS) il 31.07.2013 hanno commesso un massacro nelle località curde di di Til Hasil e Til Eran 16 e da appartenenti ai partiti dell’ENKS come il PDK-S (sotto Abdulhakim Bashar) sono stati intrapresi altri tentativi di destabilizzazione del Rojava17.
La Coalizione Nazionale e forze vicine al PDK costituite da curdi, così come milizie turkmene di estrema destra che vengono reclutate molto nell’estrema destra turca, cercano di ottenere il controllo della regione e di impedire una liberazione da parte delle Forze Democratiche della Siria. Insieme ai suddetti Ehfad-ı Selahattin del partito Azadî (ENKS) continuano ad agire Liwa al-Hamza (Brigata Al-Hamza) e Faylaq al-Sham (Legione Sham) in una stretta alleanza. Faylaq al-Sham, che insieme a Jabhat al-Nusra (Al-Qaida) è stato cofondatore dell’alleanza militare plasmata e sostenuta dalla Turchia 18 Jaish al-Fatah19 che controlla la regione intorno a Idlib, viene controllato dall’ex appartenente al PDK Ali Muslim. Secondo dati del giornale Evrensel dopo la rivoluzione in Rojava ha partecipato all’ENKS e attualmente si trova a Hewlêr (Erbil) in una casa che gli viene messa a disposizione dal PDK.20 Abdulhakim Bashar, il presidente del PDK-Siria, organizzato nell’ENKS (detto anche El-Parti), nel frattempo è diventato perfino presidente della Coalizione Nazionale. Conferma apertamente di appoggiare attivamente gli attacchi su Şêxmesûd.21 La Turchia e i suoi alleati strategici, il PDK, e la Coalizione Nazionale cercano così di sabotare la tregua.
Insieme alle suddette unità nella regione intorno ad Azaz agiscono anche milizie turkmene come la Brigata Sultan-Murat e molti altri che vengono reclutati direttamente dalla Turchia. Anche la Brigata Sultan-Murat era stata creata in collaborazione tra Turchia, Arabia Saudita e PDK, ma ormai si presenta anche come Esercito Libero Siriano e la si vuole posizionare nella regione al posto di IS e con questo creare di fatto una zona cuscinetto turca. Anche questo piano di una zona di occupazione turca nella Siria del nord/Rojava viene sostenuto dal governo federale tedesco attraverso il fatto che quest’ultimo, tramite il commercio di esseri umani eufemisticamente definito accordo sui profughi, sostiene il respingimento dalla Turchia verso la Siria e la chiusura dei confini turchi e con questo crea le precondizioni di legittimazione per una zona sicura in Siria che si sostiene non esista. L’obiettivo è il cantone di Afrîn, la cui arteria vitale economica è rappresentata da Şêxmesûd. Non ha collegamenti con gli altri cantoni e i confini verso il Kurdistan del nord e la Turchia sono chiusi.22
Per creare una legittimazione internazionale più forte, sia la Brigata Sultan-Murat che gruppi come Ehfad-ı Selahattin (13° Brigata) si presentano come unità dell’ELS. Possiamo considerare la Coalizione Nazione, che in larga misura rappresenta una specie di grappa controllata da Riad e da Ankara intorno a tutte queste forze e al loro entourage, come una rappresentazione della visione del futuro dell’AKP per il Medio Oriente: i più disparati gruppi curdi conservatori e feudali, gruppi islamisti e accanto gruppi turanisti (turco-nazionalisti) estremi, organizzati sotto uno stesso tetto, guidati dall’AKP e da altre potenze regionali (l’AKP è fortemente dipendente dal capitale saudita) e dalla sua clientela come il PDK del Kurdistan del sud.
Gli attacchi vengono condotti con tutta la durezza possibile e in modo indifferenziato con armi pesanti contro il quartiere di Şêxmesûd: tra gli ormai oltre 40 civili uccisi ci sono anche molti bambini. Nel frattempo ci sono accuse da parte delle Unità di Difesa del Popolo sul fatto che negli “attacchi delle bande della Coalizione Nazionale e dell’ENKS contro Şêxmesûd iniziati il 5 aprile, sono state usate armi pesanti avanzate. Vengono usati missili e armi chimiche.«23
L’attacco con armi chimiche è stato eseguito da Jaish al-Islam, come ha confermato l’ENKS nella sua dichiarazione di presa di distanza resa a Rudaw.24 Anche Jaish al-Islam è parte del processo negoziale di Ginevra, ma evidentemente nel frattempo sembra infrangere attivamente la Convenzione di Ginevra. Questo attacco tuttavia è solo uno dei tre attacchi con gas tossici documentati nell’ambito di questa ondata di attacchi contro Şêxmesûd. Così, secondo quanto riferito da medici e dall’organizzazione di aiuti Heyva Sor (Mezzaluna Rossa) a Hawarnews della “opposizione di Istanbul”, il 13.03.2016 sono state usate come granate di artiglieria delle bombe al cloro e al fosforo, ma anche normali bombole del gas. Questo sarebbe stato rilevabile anche dal tipo di ferite e ustioni. La ferita Avaşîn Hesen ha dichiarato: »Durante le esplosioni fuoriusciva qualcosa di giallo e non riuscivamo più a respirare«, e Fatma El Hilû: »Non possiamo più respirare. Non è vietato usare armi chimiche? Perché il mondo chiude gli occhi davanti ai crimini contro l’umanità di queste bande?«25
Ma non solo con mezzi militare si vuole demoralizzare del tutto la popolazione dell’intero Rojava. AKP e PDK sembrano essersi messi d’accordo su una comune politica di embargo contro il Rojava. Questo embargo ormai blocca completamente il traffico al confine, così da due mesi nessun tipo di medicinale passa il confine con il Kurdistan del sud o la Turchia/Kurdistan del nord.26 Rapporti dei media dal Rojava e l’ingresso di delegazioni, soccorritori, rappresentanti dei media, abitanti, vengono impediti e colpisce la repressione. Così la collaboratrice del deputato del parlamento del Land di Amburgo Martin Dolzer, Beriwan Al-Zin, è stata detenuta dal PDK per quindici giorni. Il Rojava va tagliato fuori a tutti i livelli.
Tirando le somme – si vuole indebolire il modello Rojava
È visto che gli attacchi contro Şêxmesûd e il Rojava da parte di questo »ELS«, della Coalizione Nazionale e della Turchia – direttamente con artiglieria e cecchini, così come con loro attacchi aerei – vengono ignorati sia dagli USA che dalla Russia e si sostiene che: »La tregua viene rispettata.« Il nord della Siria il 17 marzo ha dichiarato la sua amministrazione autonoma democratica-federale, una mossa che viene respinta dal regime così come dalla Coalizione Nazionale, che entrambi aspirano a una Siria centralizzata.27 Potrebbe essere anche questa una ragione per il silenzio della Russia sugli attacchi contro Şêxmesûd. Distruggere l’amministrazione autonoma ad Aleppo e nel quartiere multietnico di Şêxmesûd vuole anche impedire la costruzione di una Siria federale, democratica-autonoma, come sta nascendo nel recentemente proclamato »Sistema Democratico Federale del Rojava – Siria del nord«.
Questo mostra ancora una volta chiaramente che il progetto indipendente Rojava esiste solo grazie alla sua stessa forza nella regione, e per questo viene reso partner di alleanze, mentre allo stesso tempo si vuole indebolire in tutti i modi il modello in sé. Dietro agli attacchi c’è anche la motivazione di entrare rafforzati nella prossima tornata di trattative Ginevra-III e di indebolire l’amministrazione autonoma del Rojava e se possibile distruggerla. Per questo Şêxmesûd va messo a tutti i costi sotto controllo. La Turchia con questa politica persegue anche un calcolo proprio attraverso il tentativo di portare il Rojava per mezzo di attacchi sistematici e provocazioni in un’escalation che giustificherebbe una sua invasione. In questo modo vanno interpretati anche i tentativi di attribuire attacchi in Turchia alle YPG e il fuoco di artiglieria dalla Turchia sulle città del Rojava.
Ma la deduzione fondamentale deve essere che oggi più che mai nella nostra analisi politica i confini all’interno del Kurdistan hanno un ruolo sempre minore e che gli attori non possono essere considerati separandoli uno dall’altro. Come la resistenza nel Kurdistan del nord è ispirata anche dai successi del Rojava, così l’aggressività dello Stato turco contro il Rojava è dovuto alle sue sconfitte nel Kurdistan del nord.
Note:
1 – http://en.etilaf.org/coalition-components/national-blocks/kurdish-national-council.html
2 – http://tr.hawarnews.com/ensknin-sex-meqsud-saldirilarinda-yer-aldigi-belgelendi/
3 – http://www.nzz.ch/international/das-sind-die-knackpunkte-fuer-einen-frieden-1.18683941
6 – http://www.haberler.com/suriye-de-kurt-tugayi-pyd-ye-izin-vermeyecegiz-8271333-haberi/
7 – http://www.evrensel.net/haber/41541/bati-kurdistanda-birlik-sona-mi-eriyor
8 – http://tr.hawarnews.com/enks-bu-goruntulere-ne-diyecek/
9 – http://anfturkce.net/guncel/sex-maqsud-da-2-mit-elemani-olduruldu
10 – http://tr.hawarnews.com/suk-ve-enks-ceteleri-ypg-mevziisine-saldirdi/
11 – qui e di seguito: Guido Steinberg: Ahrar ash-Sham: Die »syrischen Taliban«. SWP-Aktuell, 28. April 2016
12 – http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/59343
13 – http://www.evrensel.net/haber/41541/bati-kurdistanda-birlik-sona-mi-eriyor
14 – http://www.heise.de/tp/artikel/46/46688/1.html
15 – http://tr.hawarnews.com/ensknin-sex-meqsud-saldirilarinda-yer-aldigi-belgelendi/
16 – cfr.: http://dip21.bundestag.de/dip21/btd/17/146/1714612.pdf
18 – Sul finanziamento da parte della Turchia: http://www.radikal.com.tr/yazarlar/fehim-tastekin/suudilerin-elinin-degdigi-hamur-1490516/
19 – sui componenti fondatori: http://tr.sputniknews.com/ortadogu/20151025/1018575548/fetih-suriye-ordu-isid-aksa.html
20 – http://www.ozgur-gundem.com/yazi/135115/efr-n-sehba-ve-halep-cevresindeki-saldirilarin-amaci
21 – ibidem.
22 – http://anfturkce.net/kurdistan/sex-meqsud-sehba-efrin-azaz-hattinda-neler-oluyor
23 – http://tr.hawarnews.com/kimyasal-silah-kullananlar-cenevre-gorusmelerine-katiliyor/
24 – http://rudaw.net/turkish/middleeast/syria/090420161
25 – http://tr.hawarnews.com/sukenks-ceteleri-sex-meqsudda-kimyasal-gazlar-kullandi/
26 – http://tr.hawarnews.com/kdp-ve-turkiye-2-aydir-bolgeye-ilac-gecislerini-engelliyor/
Michael Knapp, storico e attivista del Kurdistan-Solidaritätskomitee Berlin, ricercatore nel campo dei modelli di democrazia radicale e movimenti sociali.