Il Presidente turco cerca lo scontro con l‘opposizione. Attacco agli appassionati di musica a Istanbul, vietato il Gay-Pride, si costruirà a Gezi-Park.Con proiettili di gomma, idranti e lacrimogeni sabato a Istanbul la polizia turca ha sciolto una manifestazione di protesta di 500 persone, in maggioranza giovani, contro la politica autoritaria del Presidente Recep Tayyip Erdogan e la violenza a sfondo religioso. Lo spunto era l’attacco da parte di islamisti a un negozio di dischi nel quartiere della movida di Tophane. Venerdì erano stati feriti diversi fan del gruppo rock britannico »Radiohead« che si erano riuniti in occasione dell’uscita del nuovo disco. I circa 20 assalitori accusavano i fan musicali di bere birra durante il mese di digiuno musulmano del Ramadan. In un video diffuso via Internet si vede con gli islamisti devastano il negozio di dischi. »Uccideremo voi bastardi«, grida uno dei picchiatori.
E il gioco di alternanza tra terrorismo di strada e repressione statale continua. Così il governatore di Istanbul ha vietato la manifestazione annuale per il Gay-Pride del movimento LGBT prevista per domenica prossima per »motivi di sicurezza«. In precedenza il gruppo religioso-fascista »Alperen ocaklari« (Gregge di Eroi) aveva chiesto alle autorità il divieto della marcia die »degenerati«. »O fate quello che va fatto o ce ne occuperemo noi«, aveva detto un portavoce dell’organizzazione giovanile militante.
Intanto Erdogan ha i nervi scoperti. Perché le segnalazioni su una falsificazione del diploma universitario, presupposto legale necessario per ricoprire l’incarico di Presidente, si intensificano. Così il diploma dell’Università Marmara è datato 1981, ma l’università è stata fondata solo l’anno successivo. Inoltre le imprese del trasporto locale di Istanbul sulla loro pagina Internet si fregiano del fatto che Erdogan fino al 1981 lavorava da loro a tempo pieno. Alle accuse di falsificazione di documenti sollevate da politici dell’opposizione, il Presidente di solito così solerte nelle denunce, reagisce in modo vistosamente dimesso.
Procede invece con una fuga in avanti su un altro terreno: la costruzione di edifici a Gezi-Park ora verrà realizzata »con coraggio« ha annunciato Erdogan sabato in un discorso trasmesso in televisione. I piani per la costruzione di un centro commerciale nello stile di una caserma ottomana nel parco nel cuore di Istanbul, tre anni fa aveva infiammato proteste con milioni di partecipanti in tutto il Paese. Almeno otto giovani hanno perso la vita per le violenze della polizia. Da allora il progetto di edificazione era rimasto congelato.
Ma ora evidentemente Erdogan vuole provare un rinnovato scontro nelle piazze per farla finita in modo definitivo con l’opposizione. Per la soppressione di proteste contro il governo l’AKP ha a disposizione le unità speciali della polizia costruite negli ultimi anni reclutando fascisti e islamisti che attualmente sono ancora impegnati in assassini nelle città curde. Con »Osmanli Ocaklari« (gregge di ottomani) apparso sulla scena già lo scorso anno con centinaia di attacchi contro il partito di opposizione filo-curdo HDP, Erdogan inoltre può appoggiarsi a una formazione per gli scontri di piazza che agisce al di fuori degli apparati dello Stato, proveniente dall’ambiente dei »Lupi Grigi« fascisti. Già nel fine settimana via Twitter molti seguaci di Erdogan in messaggi di uguale tenore esortavano la polizia a non usare riguardi per gli oppositori dell’edificazione a Gezi-Park, ma di ucciderli.
di Nick Brauns
Jungewelt
Foto: EPA/SEDAT SUNA/dpa – Bildfunk