Per l’avvio della campagna nazionale di boicottaggio della Turchia, il 25 giugno 2016, attiviste e attivisti del nodo romano della Rete Kurdistan Italia hanno fatto una breve azione davanti all’ambasciata turca aprendo uno striscione e affiggendo foto e manifesti della guerra del governo turco contro la popolazione curda e che ha causato nell’ultimo anno la morte di oltre 1000 civili, tra cui donne, bambini e anziani. Nell’azione è stato ricordato che dei prigionieri fa parte il leader Ocalan sequestrato in totale isolamento nell’isola-carcere di Imrali da 17 anni.
La campagna invita a boicottare la Turchia per i crimini di guerra e le violazioni dei diritti umani commessi ai danni del popolo curdo e degli oppositori, e per lo sfruttamento del lavoro minorile e la negazione della libertà di associazione sindacale. Denuncia la collaborazione tra Italia e Turchia in particolare nel settore militare e nel mercato degli armamenti, l’illegittimità e gli abusi finanziati dall’Europa grazie all’infame accordo UE-Turchia sui profughi.
La campagna invita a non acquistare merci prodotte in Turchia e boicottarla come meta turistica perché ogni soldo speso dai turisti stranieri fornisce al governo i mezzi per continuare la sua massiccia campagna di distruzione militare che devasta villaggi, siti architettonici storici, e la vita delle persone che vi abitano, perché boicottare la Turchia è necessario per contribuire a fermare la guerra e sostenere la nascita di paese democratico, rispettoso dei diritti umani e delle minoranze.
Rete Kurdistan Italia