Il leader del popolo curdo Abdullah Öcalan ha detto: “Non siamo stati noi a mettere fine al processo di soluzione. Abbiamo pronti i nostri progetti, se lo Stato fosse sincero, la questione verrebbe risolta.”
Il leader del popolo curdo Abdullah Öcalan, al quale è stato impedito di incontrare i propri avvocati dal luglio 2011 e la sua famiglia dall’aprile 2015, ieri ha incontrato suo fratello Mehmet Öcalan. Mehmet Öcalan si è recato presso la sede centrale del DBP ad Amed e si è incontrato con gli attivisti di Amed in sciopero della fame. Gli attivisti arrivati nella Sala Conferenze Vedat Aydın con slogan “Biji Serok Apo”, “Vittoria attraverso la Resistenza”, “Be Serok jiyan nabe” e acclamazioni. Mehmet Öcalan ha fatto la prima dichiarazione sulla vista in quella sede. Centinaia di cittadini hanno partecipato alla conferenza ampiamente coperta dai media.
Manda i suoi saluti a tutti
Mehmet Öcalan ha detto, “Ci siamo incontrati con il leader del popolo curdo sull’isola di İmralı ieri. Manda i suoi saluti e il suo rispetto a tutti.”
Mehmet Öcalan ha detto che non gli è stato permesso di esercitare il loro legittimo diritto per due anni ha continuato: “Il nostro diritto è stato confiscato dallo Stato. Se questo Stato fosse uno Stato di diritto, ci avrebbero dato i nostri diritti legali e democratici. Lo Stato ha portato Serok Öcalan sull’isola di İmralı e avrebbero dovuto permetterci le visite. Non gli è stato permesso di vedere la sua famiglia per due anni e i suoi avvocati per 5. Non può esercitare il suo diritto legale. Anche i diritti degli avvocati sono stati sospesi dallo Stato. Öcalan ha una grande importanza per i curdi e il Medio Oriente.”
Mehmet Öcalan ha detto che rigettano in modo assoluto descrizioni come “capobanda terrorista” e condannato questo con molta forza. Ha detto: “Lui ha lottato per la pace, per fermare lo spargimento di sangue per 23 anni. Ma la stampa lo chiama ‘capobanda terrorista’. Rigettiamo questo linguaggio nel modo più assoluto.”
Non siamo stati noi a mettere fine al processo
Mehmet Öcalan ha detto Abdullah Öcalan può vedere 3 persone a İmralı e ha trasmesso le sue parole: “L’isolamento continua, ma non ho problemi dal punto di vista fisico. Abbiamo pronti i nostri progetti. Se lo Stato è pronto, possiamo risolvere la questione in sei mesi. Non siamo stati noi a mettere fine al processo di soluzione. Ho parlato con il comitato che è venuto a visitarmi e hanno detto che sarebbero tornati tra 15 giorni. La questione curda non è una questione che dura da 40 anni, è una questione che dura da 200 anni. Se lo Stato fosse sincero, la questione sarebbe risolta, non sarebbero morte così tante persone. Perdo il sonno per via di queste morti. Questo Paese non merita queste morti. Se lo Stato è pronto, può mandare qui due dei suoi uomini. Questa è una questione seria.”
La questione non si può risolvere unilateralmente
“I nostri progetti sono pronti. Questa è una guerra cieca, non è una guerra dove una parte può vincere. Continua da 40 anni e forse continuerà per altri 80 anni. Il sangue e le lacrime devono fermarsi. Questa soluzione non si può ottenere unilateralmente. Lo Stato è parte più grande, se punta a una soluzione, la questione verrà risolta. Oggi è l’Id. Ma non può essere una festa se 30 persone muoiono ogni giorno in un Paese. Io celebro questa festività, ma non è etico in questa situazione. Gli intellettuali, democratici, partiti politici e tutte le persone devono agire il prima possibile per una soluzione a questa questione.”
Güven: I colpi di stato non sono una soluzione
La co-presidente del DTK Leyla Güven ha parlato a nome degli attivisti in sciopero della fame. Güven ha detto che il processo attuale è critico, evidenziato che il giorno della conferenza coincide con l’anniversario del golpe del 12 settembre, sottolineato che i colpi di stato continuano ancora e ha detto: “Ieri abbiamo visto un golpe realizzarsi sotto i nostri occhi. Condanniamo con fermezza questa mentalità. I colpi di stato non sono una soluzione. Oggi è la Festa del Sacrificio. L’Id è incentrato sulla solidarietà e l’unità, ma sfortunatamente noi come popolo dobbiamo passare il nostro Id nei cimiteri.”
Güven ha citato la dichiarazione che hanno fatto il 31 agosto e continuato: “Avevamo detto che non avevamo notizie di Öcalan e che eravamo preoccupati e che chiedevamo che Öcalan venisse contattato con urgenza. 50 politici, intellettuali, scrittori ad artisti curdi sono entrati in sciopero della fame con questa richiesta. L’unica richiesta dello sciopero della fame era un contatto con Öcalan, un comitato che lo visitasse per assicurarsi che stesse bene. Ieri Mehmet Öcalan lo ha incontrato. Ora I risultati di questa resistenza sono molto chiari. Abbiamo resistito e abbiamo vinto grazie alla nostra resistenza come abbiamo fatto in passato. Lo sciopero della fame è continuato per 20 giorni a Strasburgo e per 8 giorni ad Amed e abbiamo avuto notizie di Öcalan. Saluto coloro che sono impegnati nella resistenza. Ma abbiamo sempre detto che avere sue notizie non significa che il suo isolamento sia finito. Per noi questa resistenza non è finita, questo è solo l’inizio. Si, abbiamo avuto notizie da lui oggi. Noi come popolo abbiamo fatto un profondo respiro di sollievo. D’ora in avanti la lotta continuerà per mettere fine all’isolamento e fargli riavere la sua libertà.
Abbiamo detto che questa era una campagna quando abbiamo iniziato lo sciopero della fame. Anche se lo sciopero della fame finisce, saremo nelle strade e nelle piazze. La resistenza contro i colpi di stato è legittima e noi resisteremo. Öcalan deve essere libero prima di tutto. Noi come popolo acquisiremo questo appena possibile. Se questo Paese vuole una vera pace duratura, devono per prima cosa rinunciare a questo linguaggio. Noi rigettiamo in modo assoluto frasi come ‘capobanda terrorista’. Le autorità e i media per prima cosa devono lasciar perdere questo linguaggio.”
Sciopero della fame terminato
“Abbiamo detto che avevamo un punto all’ordine del giorno quando abbiamo iniziato lo sciopero della fame e questo oggi si è realizzato. Abbiamo avuto notizie di Öcalan. Mettiamo fine allo sciopero della fame oggi. Continueremo la nostra lotta in tutti gli ambiti d’ora in avanti.”
Lunedì, 12 settembre 2016
AMED – ANF