Ufficiali, combattenti e attivisti/e curdi/e hanno criticato il ritratto fatto dai media occidentali della combattente delle Unità di Difesa delle Donne (YPJ) Asya Ramazan Antar, nome di battaglia Viyan Antar, che è stata uccisa recentemente nella battaglia contro Stato Islamico (IS) a Manbij.
Il britannico Times e pubblicazioni di altri media occidentali hanno pubblicato storie sulla morte di Antar con titoli che la collegavano all’attrice Angelina Jolie.
Nonostante il fatto che attivisti/e curdi/e hanno visto con favore che si riferisse della storia della 19enne Antar nei social media, sono stati altrettanto rapidi nel criticare la rappresentazione, di cui è stata criticato il fatto che l’enfasi dovrebbe essere messa sulla lotta di Antar anziché sul suo aspetto fisico.
Parlando con Jiyar Gol e Güney Yildiz della BBC, ufficiali curdi nel Rojava/Siria del nord hanno detto di essere rimasti delusi dalla rappresentazione dei media perché ha svilito la lotta delle donne per la parità.
Choman Kanaani, un combattente curdo ora responsabile per la ricostruzione di Kobanê ha detto, “L’intera filosofia delle YPJ è di combattere il sessismo e di prevenire che le donne vengano usate come oggetto sessuale.”
“Vogliamo dare alle donne il posto che gli spetta di diritto nella società e che siano padrone del proprio destino. Viyan è morta per questi ideali. Nei media nessuno ha parlato degli ideali per i quali ha dato la vita, né di quello che Viyan ha conquistato per le donne nel Rojava negli ultimi quattro anni.”
Anche Agrin Senna, una comandante delle YPJ, ha aspramente criticato il paragone con Angelina Jolie e detto che tutte le donne combattenti che sono morte e hanno rifiutato di vivere sotto il dominio di IS sono uguali.
“Guardate le loro immagini, sono tutte angeli, tutte belle, non potete prenderne una perché assomiglia a un’attrice di Hollywood, Angelina Jolie o Julia Roberts.
“Non hanno niente in comune con loro. Preferiscono morire che vivere sotto uno dei gruppi più anti-donna del mondo.”
Viyan Antar, una caposquadra e mitragliera è morta il mese scorso in un attentato con una macchina imbottita di esplosivo nella città di Manbij nel Rojava/Siria del nord ora liberata.
Attivisti/e e ufficiali curdi/e hanno criticato i media occidentali per aver “imbiancato” la lotta dei curdi per l’autonomia, in particolare nel Rojava e in Turchia (Kurdistan del nord).
È stato criticato il fatto che le notizie e i pezzi di opinione non contestualizzano a sufficienza gruppi e movimenti che combattono per la parità di genere, preferendo saltare informazioni ideologiche e organizzative per mettere in primo piano stereotipi e immagini della bellezza.
Fonte: BBC