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Giornata di Mobilitazione per la democrazia in Turchia- Genova

In queste ore si sta avverando in Turchia quanto si temeva da tempo, ossia da quando, senza alcuna conseguenza sul piano internazionale, la maggioranza fedele ad Erdogan aveva eliminato l’immunità parlamentare. Sono stati arrestati 12 parlamentari del Partito Democratico dei Popoli (H.D.P.) tra cui i due leader Selhattin Demirtas e Figen Yuksedag.

Si va a colpire una forza politica che ha raggiunto 6 milioni di voti impedendo la trasformazione in senso presidenziale ed autoritario della Costituzione turca. Nelle scorse settimane e negli scorsi mesi sono stati arrestati tutti gli appartenenti alle “categorie a rischio”: sindaci, avvocati, magistrati, giornalisti, ma anche accademici, persone di cultura nel tentativo di annientare qualsiasi forma di opposizione. E’ in atto un colpo di stato che riafferma con chiarezza la natura totalitaria del regime di Erdogan.

Già da un anno la repressione aveva colpito duramente la minoranza kurda “colpevole” di aver sostenuto in massa questo partito che portava avanti una visione laica e democratica, di convivenza e rispetto tra tutti i popoli e le religioni, di parità di genere e di sviluppo ecologicamente sostenibile. Città e villaggi nel sud ovest del paese a maggioranza kurda sono stati letteralmente messi a ferro e fuoco con centinaia di vittime civili e distruzioni.

Si parla con quasi certezza di reintroduzione della pena di morte, e molti oppositori al regime di Erdogan la vita l’hanno persa davvero. E ormai Erdogan espone pubblicamente le sue mire espansionistiche verso i territori del nord della Siria e dell’Iraq arrivando a reclamare come turche anche alcune isole greche.

Riteniamo indispensabile che chi ha a cuore le regole della democrazia e del diritto prenda una posizione chiara e forte contro la barbarie che il regime di Erdogan esprime .

La prima azione da intraprendere è l’immediata sospensione dell’accordo Ue-Turchia, che assicura al governo di Erdogan ingenti stanziamenti formalmente destinati al rafforzamento del controllo sulle frontiere ed all’accoglienza dei profughi. L’Ue destina i profughi della guerra in Siria al paese più insicuro e totalitario dell’area mediorientale, al paese per di più coinvolto nel conflitto in corso; al paese, come documentato , che da sostegno pieno e diretto all’ISIS.

Chiediamo a tutte le forze politiche ed istituzionali di attivarsi immediatamente perché il nostro paese compia al più presto ogni opportuna azione di protesta nei confronti del governo turco sia a livello diplomatico (la Germania lo sta già facendo ) sia mediante congelamento di ogni accordo che possa favorire il regime di Erdogan, sia in sede europea e internazionale, chiedendo l’immediata liberazione di tutti i parlamentari Hdp.

Chiediamo le autorità europee ed italiane facciano le pressioni necessarie per far riprendere le trattative di pace tra il governo turco e il presidente del PKK Abdullah Ocalan interrotte unilateralmente da Erdogan dopo la sua sconfitta elettorale del giugno 2015.

Invitiamo tutte e tutti coloro che credono nei valori della democrazia, ad attivarsi per manifestare contro la politica antidemocratica di Erdogan, a chiedere la libertà per i prigionieri politici in Turchia e la ripresa dei colloqui di pace col PKK e il suo leader Abdullah Ocalan.

Sabato 12 novembre dalle ore 17 Largo Sandro Pertini -Genova

Ass. Senza Paura- Arci-Anpi-Orainsilenzioperlapace- Ass.Usciamo dal silenzio

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