Il deputato HDP di Urfa Osman Baydemir ha tenuto una conferenza stampa presso il Parlamento sulla condizioni di carcerazione dei co-presidenti HDP Figen Yüksekdağ e Selahatin Demirtaş e i deputati.
Baydemir ha evidenziato che la Turchia ha vissuto un processo di “golpe permanente” dall’8 giugno 2015 e ha detto che il golpe oggi continua con gli arresti a Siirt e Dersim.
Baydemir ha anche fatto notare che l’arresto dei componenti dell’HDP è una prosecuzione del processo di golpe permanente e ha detto: “L’arresto di co-presidenti, co-sindaci e deputati dell’HDP che sono stati la speranza dei popoli della Turchia, che si sono rifiutati di essere parte di un gregge e credono che una mentalità da gregge non sia un bene per nessuno, è un golpe che continua senza interruzioni.” [N.d.T. Erdogan di recente si è definito pastore di un gregge]
L’HDP ha affermato che non permetterà che la società sia trasformata in un gregge e ha proseguito: “Il governo vuole sostenere questa egemonia costruita sul caos e sul sangue. Non ci abitueremo al fatto che i nostri co-presidenti, deputati e co-sindaci siano tenuti in isolamento, non lo considereremo legittimo e non ci inchineremo.”
Baydemir ha evidenziato che le carceri sono state preparate prima che i co-presidenti e deputati fossero portati nell’ufficio del procuratore e si è rivolto a Erdoğan: “L’unica persona responsabile per l’arresto dei nostri co-presidenti e deputati è il presidente Erdoğan. Loro sono i suoi rivali politici, l’unico modo di fare i suoi conti con loro è attraverso le elezioni. È un golpe mettere in carcere coloro che non riesce a sconfiggere nelle elezioni. Come il 15 luglio è un golpe, anche mettere in carcere coloro che non può battere nelle elezioni è un golpe, anche questo è illegittimo. Tornate subito indietro rispetto a questa illegalità e illegittimità.”
Baydemir ha detto che i co-presidenti e deputati sono tenuti in isolamento e ha chiesto: “Perché Demirtaş, Yüksekdağ e i nostri deputati non sono stati messi in carcere nelle città dove sono stati arrestati?”
Baydemir ha citato il messaggio nei social media da parte del deputato AKP di İzmir Hüseyin Kocabıyık “La popolazione impiccherà in carcere appartenenti a PKK e FETÖ se qualche esponente dello Stato viene assassinato” e ha chiesto al Presidente se gli fosse nota questa informazione.
Baydemir ha detto: “È Lei responsabile di questa operazione di percezione, di questo gettare Lei stesso le basi, come lo è per gli arresti? Sto chiedendo al Ministro della Giustizia, Lei dove si colloca in tutto questo? Sto chiedendo al Primo Ministro, Lei dove si colloca in tutto questo? Se a queste persone dovesse succedere qualcosa, se gli venisse torto un capello, il Presidente, il Primo Ministro, il Ministro della Giustizia e coloro i quali hanno votato per togliere le immunità saranno i primi responsabili. Chi ha inviato questo messaggio? Qual è il loro obiettivo? È vostra responsabilità scoprire la verità in merito.”
Baydemir ha criticato Erdoğan e ha detto: “I nostri co-presidenti e deputati sono più liberi del Presidente. La società si trova in questa situazione perché il Presidente è schiavo della propria rabbia e delle proprie paure. Se rivendica di essere un pastore, questa è la sua rivendicazione, ma noi abbiamo il diritto di lottare per non diventare un gregge. Non permetteremo che lei getti la gente in un baratro trasformando la società in un gregge.”
Baydemir si è rivolto al Presidente dicendo “Il suo cammino non è un cammino da seguire”, e lo ha esortato: “Abbandoni la sua animosità contro i curdi, la sua arroganza, la sua vendetta.”
Baydemir ha risposto alle domande dei giornalisti dopo questa dichiarazione e ha chiesto: “Non terremmo una conferenza stampa e non faremmo oggi questo appello se non ci fosse un rischio. Noi abbiamo fatto degli incontri, ma abbiamo sentito il bisogno di lanciare questo appello perché questi incontri non hanno prodotto risultati. Perché Demirtaş è detenuto nel carcere di tipo F a Edirne? Perché non si trova nella sezione A o B, ma nella C?”
Baydemir ha citato le accuse di tortura nei confronti dei guardiani del carcere e ha affermato che l’autorità rilevante per la sicurezza dei co-presidenti, deputati e co-sindaci sono il Presidente, il Primo Ministro, il Ministro della Giustizia e il Presidente del Parlamento.