Kurdistan

Operazione turca in Siria tra l’incudine e il martello – cosa succederà?

Dopo che l’esercito turco insieme a diversi raggruppamenti islamisti è intervenuto in Siria a metà agosto dello scorso anno conquistando in breve tempo diverse località sottraendole al cosiddetto Stato Islamico (IS), ora da quasi tre mesi e mezzo è ferma di fronte alla città di al-Bab nella Siria settentrionale e non riesca ad avanzare. Al-Bab è sotto il controllo di IS. Lo stesso valeva anche per Jarablus e altre città che tuttavia sono cadute nelle mani della Turchia e dei suoi sostenitori senza rilevante contrasto da parte di IS. Circolano voci insistenti secondo le quali IS avrebbe lasciato queste località all’esercito turco e alle milizie islamiste che combattono al suo fianco in base a un accordo.

Ma non così ad al-Bab, dove IS per la prima volta sta resistendo attivamente all’esercito turco. Le milizie turche a loro volta sembrano avere grandi difficoltà a tenere testa alla resistenza del califfato autoproclamato. Nei combattimenti sarebbero stati distrutti tra l’altro fino a dieci carri armati Leopard 2 dell’esercito turco di produzione tedesca. I dati turchi sul numero delle vittime nelle proprie file durante l’intervento in Siria, quantificate in 56, di fronte a questo scenario sembrano più che dubbi.

Quello che rende ancora più dirompente la situazione ad al-Bab è il fatto che a sud della città sta continuando ad avanzare l’esercito siriano, mettendo IS sotto pressione. Questo significa che la città viene assediata a nord dalla Turchia e a sud dall’esercito siriano. L’esercito siriano nel frattempo si sarebbe avvicinato fino a sei chilometri dal centro della città. Cosa succederà quando queste truppe si incontreranno direttamente non è chiaro. Ci sono tuttavia speculazioni secondo le quali la Russa potrebbe spingere l’esercito turco alla ritirata perché il regime di Assad possa prendere il controllo di al-Bab.

Originariamente la Turchia è entrata in Siria per impedire che le Forze Democratiche della Siria riuscissero a liberare una linea di collegamento tra i cantoni di Afrin e Kobanê, portando in questo modo sotto il proprio controllo un territorio collegato. L’inizio dell’operazione turca in Siria infatti è seguita poco dopo che le Forze Democratiche della Siria avevano liberato da IS la città di Minbic (Manbij) a ovest di Kobanê. E così la leadership dello Stato turco inizialmente ha pomposamente annunciato che dopo aver preso il controllo su al-Bab, il prossimo obiettivo dell’esercito turco sarebbe stata Minbic. Ma di questo ormai non parla più nessuno.

Afrin nuovo obiettivo della “Operazione Scudo dell’Eufrate“?

Ma il pericolo è più grande nel cantone di Afrin che si trova nel nordovest della Siria ed è in larga misura isolato. Nelle tarde ore della sera del 6 febbraio l’agenzia stampa Hawarnews ha comunicato che i villaggi di Merenaz e Fîlan El-Qadi nel cantone di Afrin erano stati bombardati con missili dall’esercito turco. Resta da vedere se si tratta di un caso isolato. Ma sembra anche possibile che l’esercito turco e i suoi alleati in una ritirata dal fronte di al-Bab indirizzino la loro attenzione su Afrin. Già ora viene riferito di importanti movimenti di truppe al confine turco-siriano. Inoltre in Turchia già con l’operazione Scudo dell’Eufrate si sono sentite voci che vogliono vedere sotto il controllo turco un territorio connesso da Jarablus fino ad Afrin incluso.

Afrin è il cantone occidentale della Federazione Siria del nord/Rojava e viene difeso dalle unità curde delle YPG e YPJ. La situazione ad Afrin è difficile perché il cantone a nord confina con la Turchia e le altre zone circostanti sono controllate o dall’esercito siriano o da gruppi jihadisti.

Civaka Azad – Kurdisches Zentrum für Öffentlichkeitsarbeit

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Potrebbero interessarti anche:

Comunicati

Il comitato esecutivo centrale del partito DEM ha rilasciato una dichiarazione scritta per protestare contro la nomina di amministratori fiduciari nella municipalità metropolitana di...

Turchia

ANKARA – Richiamando l’attenzione sulla dichiarazione del leader del PKK Abdullah Öcalan, il portavoce del partito DEM Ayşegül Doğan ha detto: “La politica democratica...

Turchia

Secondo i piani del governo, per la difesa e la sicurezza interna saranno stanziati circa 46 miliardi di dollari. La Turchia si sta preparando...

Turchia

Il caporedattore del quotidiano, Mehmet Ali Çelebi, suggerisce che la recente censura riflette il tentativo del blocco al potere di adattare ogni potenziale nuovo...

Exit mobile version