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Kurdistan

Ogni Comune è una cooperativa-L’auto-organizzazione e l’auto-approvvigionamento nel Rojava procede

La Rivoluzione del Rojava ha una dinamica molto particolare che difficile spiegare con le parole e che continua a sorprendere in senso positivo. Le discussioni nel Movimento di Liberazione curdo sul momento possono sembrare orientate molto in senso pratico e poco profonde dal punto di vista teorico, ma possiedono un’incredibile lungimiranza.

Il 19 luglio 2012 con la Rivoluzione nel Rojava si sono formati pubblicamente i Consigli Popolari a livello cittadino per mettere in pratica il modello della “democrazia radicale “. Dopo alcuni mesi si è constatato che i Consigli Popolari di quartiere non erano abbastanza vicini alla popolazione per garantire una vera auto-organizzazione. Il risultato della discussione che ne è seguita è stata di costruire a un livello più basso le “comuni“ (in curdo: komîn) per coinvolgere di più le persone alla base nell’auto-organizzazione, come forma più diretta della “democrazia radicale “. Oggi ci sono oltre 4000 comuni in tutto il Rojava, molti perfino nelle zone liberate all’esterno del Rojava, come per esempio a Minbic o Şedade. Né la costruzione dell’Amministrazione Democratica Autonoma di Autogoverno dal gennaio 2014, né la proclamazione della Federazione Democratica Siria del Nord nel marzo 2016 – nessuna delle due comporta tassativamente la democrazia radicale – ha modificato in alcuno modo questo fatto, anzi, hanno portato a un continuo sviluppo del sistema dei consigli.

I rivoluzionari del Rojava lavorano incessantemente alla costruzione di comuni ovunque. Vanno anche miratamente dalle persone meno politicizzate o politicamente distanti da loro. Le comuni sono strutture al livello più basso della società dove segnatamente avviene l’auto-organizzazione propagata dalla rivoluzione. Persone in un villaggio o in zone urbanizzate, nuclei familiari di 1-3 strade si incontrano, discutono insieme, si organizzavano e costruiscono commissioni su diverse aree tematiche e con questo anche il loro coordinamento. Il coordinamento si incontra settimanalmente, si vede spesso nelle strade o visita regolarmente i nuclei familiari, naturalmente quelli dei quali nessuno partecipa. Invita tutti i nuclei familiari a riunioni quando si tratta di discutere di qualcosa di importante. Questo avviene spesso, almeno una volta al mese. In queste riunioni informa anche sulla discussione e le decisioni nelle Assemblee Popolari al livello successivo; in città infatti è il suddetto Consiglio Popolare di quartiere e in campagna il Consiglio Popolare di da 7 a 10 villaggi.

“Vado a quasi tutte le manifestazioni che si svolgono in questa città. E ci vado con il movimento delle donne Kongreya Star del quale faccio parte“, dice ad esempio la 55enne Yade, seduta sul pavimento di fronte a me. In mezzo la stufa, intorno alla quale si riuniscono tutti nella stampa. In questi giorni fa molto freddo nel Rojava, tira un vento tagliente. “Il gasolio che brucia nella stufa ce lo procura la comune che per questo ha appositamente costituito una commissione economica. Così è molto più conveniente e la qualità è abbastanza garantita. Altrimenti dovremmo procurarcelo sul libero mercato, dove ci sono mercanti di ogni genere“. Ci sono volte due ore perché condividesse questa informazione. Di fronte a persone che arrivano dall’esterno la gente nel Rojava si comporta spesso in modo gentile e riservato.

La comune compra per tutti i suoi nuclei familiari anche gli alimenti di base (zucchero, sale, bulgur, olio, pane ecc.) e altri beni importanti direttamente presso produttori e grossisti a un prezzo più conveniente di circa il 20–35 %. Dove ci sono cooperative che producono o distribuiscono beni, ovviamente vengono preferite queste. Negli ultimi mesi molto è stato preso dalla cooperativa “Hevgirtin“. Esiste in tutto il Rojava e distribuisce e rivende attraverso supermercati cooperativi e altre strutture e privilegia i prodotti delle cooperative agricole e altri prodotti locali. Dato che però nel Rojava non c’è tutto quello che serve, che viene prodotto autonomamente, purtroppo è necessario acquistare anche prodotti importati tramite rivenditori.

Questa pratica incrementata di costruzione del sostegno dell’economia cooperativa negli ultimi due anni rafforza le comuni nella loro struttura perché provvede a un ampia gamma di bisogni materiali. E fa anche qualcosa di più importante: persone che la modernità capitalista ha staccato dalla loro coesione sociale e le ha rese dipendenti dallo Stato in tutte le cose della vita, si incontrano al livello più basso e agiscono in modo solidale. Imparano a discutere insieme e non in modo individualistico.

“Queste forme ci ricordano quello che in parte abbiamo vissuto da bambini. Ritroviamo la nostra vera natura“, interviene il padre del maestro Abdulselam che ci ha invitati a cena. Avrà circa 60 anni e era venuto a trovare suo figlio più o meno per caso. In modo concitato prosegue: “Quello che fa la comune è qualcosa che gli anziani conoscono abbastanza e questo è bello. Pian piano capiamo che senso ha la comune e tutto quello che abbiamo perso negli ultimi 40 anni.“

La comune procura anche generatori con i quali viene approntata la corrente per i nuclei familiari (generalmente la sera tra le 16 e le 22). Perché le condutture possono dare solo per circa 3 ore corrente ai nuclei familiari. Evitando che 1–3 nuclei familiari si approvvigionino con un loro generale e con questo aumentino continuamente il livello di rumore nelle strade e che appunto agiscano in modo individuale (i più poveri non possono permettersi nemmeno questo), questo viene fatto insieme attraverso la comune. Il gasolio per i generatori viene comprato a prezzi relativamente convenienti dall’istituzione pubblica incaricata della raffinazione del petrolio grezzo.

Perfino quando la comune non ha costruito una cooperativa agisce come una cooperativa per quanto riguarda gli acquisti e la risposta ai bisogni. Le comuni verificano bene come possono rispondere nel modo più efficace e conveniente ai loro bisogni e allo stesso tempo sostenere i più poveri tra loro. Quest’ultima cosa con il sostegno per i bisogni fondamentali sul breve periodo, a medio termine attraverso il coinvolgimento nei rapporti produttivi. Le cooperative servono in particolare a questo scopo.

Comuni che non hanno fondato cooperative o dalle quali non ci sono ancora persone che lavorano nelle cooperative, vengono preparate attraverso questa pratica solidale per strutture economiche solidali di fatto come le cooperative.

Il movimento per la salute nel Rojava si è prefissato come compito di istruire in ogni comune almeno due persone per i bisogni sanitari di base. Devono essere in grado di trattare i casi meno gravi di malattia e ferite. A questo servono anche le stazioni sanitarie nei quartieri alle quali possono ricorrere.

“La conoscenza nel settore sanitario non deve essere limitata a poche persone. La conoscenza deve essere socializzata il più possibile, questo rafforza la democrazia e l’autonomia della popolazione.“ Anche nelle tre comuni che abbiamo visitato ci sono persone che attualmente vengono formate. Lo raccontano gli attivisti con grande orgoglio. Perché d’ora in avanti ci saranno persone nelle loro dirette vicinanze che possono trattare questi sanitarie fondamentali. Le persone non devono correre dal medico per ogni cosa, le persone formate possono trattare e prendere le necessarie medicine dalle stazioni sanitarie.

Attualmente decine di migliaia di persone ricevono dalle comuni una formazione militare di base contro i pericoli di strutture terroristiche e strutture simili. Con questo si intendono in particolare IS, Al-Nusra e il regime turco e siriano. In qualsiasi momento cellule dormienti possono colpire con le bombe nelle città del Rojava o in caso di guerra aperta ci possono essere attacchi di unità nemiche contro la popolazione civile. La popolazione deve imparare a difendersi da sé in modo adeguato senza aspettare le YPG/YPJ (le Unità di difesa del Popolo/delle Donne). Queste strutture vengono chiamate le Forze di Difesa Civili (HPC).

Anche la soluzione dei conflitti è stata resa comune

I comitati per la pace vengono sempre portati dal livello di quartiere nelle comuni. Questi comitati servono alla soluzione di conflitti al livello più basso. Negli ultimi due anni è stata attribuita importanza al fatto che anche le comuni costruiscano comitati di questo tipo. Se non in ogni comune, almeno un comitato per due o tre comuni adiacenti.

Anche in altri settori le comuni sono sempre più attive. Così ad esempio i coordinamenti delle comuni fanno offerte sempre migliori per strutture culturali ai genitori in modo che i loro bambini visitino regolarmente i centri culturali costruiti in ogni città. Qui vengono offerti corsi di musica, canto, danza, teatro, ecc. Questo lavoro è importante perché i gruppi culturali delle curde e dei curdi e altri gruppi culturali sono stati assimilati per decenni e hanno bisogno di poter vivere liberamente e sviluppare la propria cultura.

Riassumendo: negli ultimi due anni nel Rojava sono successe molte cose. Le comuni diventano sempre di più centri della vita politica, economica e sociale. In collaborazione con i diversi senti e movimenti nel Rojava vengono rafforzate in modo mirato approcciando la popolazione soprattutto attraverso la struttura delle comuni.

C’è ancora molto da fare perché i rivoluzionari sono ancora relativamente agli inizi. Discutono e sperimentano molto. Le contraddizioni tra persone, collettività e gruppi sociali esistono tutt’ora, alcune si sono indebolite e ne sono apparse di nuove.

Enzan Munzur (*),

(*) Enzan Munzur è un internazionalista proveniente dall’Europa. Conosce da molti anni il Movimento di Liberazione curdo e ci collabora su diversi progetti. Attualmente si trova nel Rojava.

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