Connect with us

Hi, what are you looking for?

Retekurdistan.it
Retekurdistan.itRetekurdistan.it

Diritti umani

Donna partorisce da sola sul pavimento della cella

ANKARA – Una donna in stato di detenzione nel quartier generale di polizia ad Ankara ha dovuto partorire da sola sul pavimento della cella dopo che le è stato negato un trasferimento da un medico. Secondo la notizia pubblicata sul sito Yeniyön, una donna in stato di detenzione nel quartier generale di polizia ad Ankara ha dovuto partorire da sola sul pavimento della cella dopo che le è stato negato un trasferimento da un medico. Un uomo la cui moglie era detenuta nel quartier generale di polizia ad Ankara ha raccontato l’evento come segue: “Sono andato a trovare mia moglie la scorsa settimana. Una donna nella cella accanto ha partorito da sola sul pavimento della cella senza un medico, né acqua. E la sentivamo gridare in un’altra cella. Non potevamo fare niente e i funzionari di polizia non hanno fatto niente. Non hanno portato la donna da un medico. Dopo aver aspettato per un po’, hanno dovuto portarla da un medico.”

Sujin

Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Sostieni UIKI Onlus

Sostieni
Ufficio di Informazione del Kurdistan In Italia Onlus
Codice Fiscale: 97165690583

IBAN: IBAN: IT89 F 02008 05209 000102651599
BIC/ SWIFT:UNCRITM1710

Potrebbero interessarti anche:

Libertà per Öcalan

Definendo il rifiuto del CPT di visitare la prigione di İmralı, dove continua l’isolamento, come un “atteggiamento politico”, la co-presidente di ÖHD Ekin Yeter...

Turchia

Le donne hanno chiesto il rilascio della graphic designer curda iraniana Shahla Pirastah senza essere espulsa. Shahla Pirastah, graphic designer di Mahabad in Iran,...

Turchia

Sebbene il CPT abbia visitato numerose prigioni in Turchia, non ha visitato İmralı, che è all’ordine del giorno insieme all’isolamento. Il Comitato europeo per...

Turchia

Öcalan ha inviato un messaggio al popolo yazida affermando: “L’appello per la pace e la società democratica è anche una risposta ai 73 massacri...