Le prigioniere politiche e i prigionieri politici stanno usando la propria vita come strumento di resistenza contro il regime fascista dell’alleanza AKP-MHP sotto la guida di Erdoğan. Questo regime sta conducendo una campagna di sterminio senza confini contro la popolazione curda e tutte le forze democratiche. Le prigioniere politiche e i prigionieri politici con il loro sciopero della fame stanno opponendo una significativa resistenza contro il centro di tortura e isolamento di Imrali, contro la repressione che equivale a una caccia alle streghe e che ha riempito le carceri con più di 100.000 persone e contro le violazioni della legge e la tortura nelle carceri. Nostra responsabilità è di sostenere questa resistenza con tutte le nostre forze.
Molte prigioniere politiche e molti prigionieri politici si trovano già in una situazione critica che rischia di compromettere la loro salute in modo permanente. Per questo è urgentemente necessario che la popolazione e in particolare le aree democratiche e progressiste sostengano le richieste delle prigioniere politiche e dei prigionieri politici in sciopero della fame. Per questo è necessario che nei prossimi giorni si diffondano ovunque azioni di solidarietà, proteste e manifestazioni fino a quando verranno ascoltate le richieste degli scioperanti.
L’atteggiamento assunto dall‘AKP è quello di ignorare lo sciopero della fame, quasi come se stesse aspettando la notizia della prima morte in carcere. Per questo è assolutamente necessario esercitare pressione su chi detiene il potere ad Ankara. Anche le organizzazioni internazionali e tutte le organizzazioni per i diritti umani, prima tra tutte il Comitato contro la Tortura del Consiglio d’Europa (CPT) e i governi europei devono agire in questo senso con urgenza.
A sostegno delle richieste delle prigioniere politiche e dei prigionieri politici in sciopero della fame, domani, 13 aprile 2017, di fronte alla sede del Comitato per la Prevenzione della Tortura del Consiglio d’Europa a Strasburgo avrà inizio uno sciopero della fame a oltranza irreversibile al quale prenderanno parte 50 dirigenti del Congresso Europeo delle Società Democratiche (KCDK-E) e molte e molti esponenti del mondo politico e della cultura.
Le richieste delle prigioniere e dei prigionieri in sciopero della fame sono le seguenti:
- Mettere fine all’isolamento delle prigioniere politiche e dei prigionieri politici, in particolare a quello del Leader del popolo curdo Abdullah Ocalan
- Cessazione dei maltrattamenti da parte dei guardiani durante le visite dei familiari
- Misure per la cura delle prigioniere e dei prigionieri malati
- Cessazione delle violazioni dei diritti delle detenute e dei detenuti
- Fine dei fermi e degli arresti legati all’aver espresso opinioni e aver svolto lavoro politico
- Fine della repressione politica e militare della popolazione
Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia