Una valutazione di Abdullah Öcalan sulla causa storica degli attuali problemi arabi e le possibili prospettive di soluzione. Per capire perché sono stati fondati ventidue Stati Nazione arabi, in primo luogo è necessario comprendere correttamente la costruzione egemonica della modernità capitalista in Medio Oriente. Con concezioni storiche che con rappresentazioni come quella della „gloriosa fondazione dello Stato Nazione” si fanno beffe della realtà, non è possibile un’analisi fondata delle questioni statali e sociali. La cosiddetta questione araba quindi non è spiegabile con le correnti interpretazioni storiche di sinistra o di destra, religioso-confessionali, etniche e tribali del nazionalismo statale piccolo-borghese. La
“questione araba” non è neanche riducibile alla situazione di Israele e Palestina, come viene volentieri suggerito. La situazione precaria delle società arabe deriva in primo luogo dalla spartizione degli arabi in ventidue stati nazione che così spingono quegli Stati nel ruolo di agire come organizzazioni collettive di agenti della modernità capitalista. L’esistenza di Stati Nazione nel Medio Oriente rispetto alle popolazioni arabe è il problema di fondo. In questo contesto la “questione araba” è da ricondurre a una problematica che è collegata alla costruzione e costituzione della modernità capitalista nella regione.
Che si tratti di Islam radicale, moderato o sciita, tutti gli spunti islamico-nazionalisti con i quali si cerca di sostituire la modernità capitalista, rappresentano un enorme inganno. Questo islamismo è una specie di nazionalismo che dall’inizio del 19° secolo si è sviluppato sotto l’egemonia della modernità capitalista. Inoltre serve come strumento specifico-ideologico del capitalismo per gli Stati islamici, che tuttavia non è in relazione con la civiltà islamica. Le diverse varianti dell’Islam politico degli ultimi 200 anni, per via delle sopraccitate spiegazioni, equivalgono all’agente mascherato dell’egemonia capitalista. Sono state costruite e messe in moto in questo modo nell’ambito della modernità capitalista. Questa realtà si conferma comunque nei problemi nazionali e sociali degli Stati arabi che sono diventati più profondi negli ultimi duecento anni. Rappresentano gli ostacoli ideologici e politici decisivi per il comunalismo e la nazionale democratica. L’Islam culturale va però inteso diversamente. Difendere l’Islam culturale nell’ambito delle tradizioni e sostenerlo, ha un lato positivo significativo.
Se nell’ambito della modernità capitalista non si trascende, i conflitti arabo-israeliani e palestinese-israeliano non potranno liberarsi del fatto di somigliare a un gioco del gatto con il topo. Il risultato alla fine è che l’energia vitale di tutti i popoli arabi viene sprecata da quasi cento anni in conflitti la cui fine è chiara già a monte. Se questi conflitti non fossero stati inventati, si parlerebbe di un’Arabia che già solo con le entrate derivanti dal petrolio nella sua prestazione economica supererebbe per esempio il Giappone di dieci volte. La conseguenza più importante di questa constatazione è che la sistematica degli Stati Nazione nel Medio Oriente, contrariamente a tutte le affermazioni, non è la fonte di soluzioni per di problemi fondamentali nazionali e sociali, ma al contrario sono la fonte dello sviluppo dei problemi, del loro aggravamento, del loro diventare più profondi e inestricabili.
Lo Stato Nazione non risolve problemi, crea problemi. Questo potrebbe essere sviluppato ulteriormente, perché lo stesso sistema non crea solo conflitti permanenti tra gli Stati mediorientali, ma rappresenta anche un mezzo per aizzare le società l’una contro l’altra finché alla fine si divorano tra di loro. La realtà in Iraq conferma molto bene questa constatazione. In questo non possiamo scaricare l’intera responsabilità sulla modernità capitalista. Ideologie islamiche e realsocialiste di sinistra che pretendono di sostenere la soluzione dei problemi e la liberazione, sono almeno altrettanto responsabili della situazione attuale quanto gli elementi portanti della modernità capitalista. Così nessun tipo di metodo o programma che da quasi cento anni propongono ai popoli sono stati coronati da successi, alla fine non hanno neanche potuto svolgere un ruolo diverso da quello di servire alla costruzione regionale della modernità capitalista e di essere strumentalizzati a questo fine. Nel contesto di ideologie arabe-statali e organizzazioni politiche, non possiamo negare il ruolo di questi dati di fatto.
L’alternativa della modernità democratica
I problemi arabi, come quelli in Turchia, non sono irrisolvibili. Si cerca di analizzare e risolvere i problemi attraverso due approcci: il primo approccio si basa sul fatto che la rispettiva parte all’interno dello stesso sistema cerca di ingrandire la sua quota di controllo sullo Stato e la società e per questo vuole ottenere risultati con la creazione di conflitti pilotati. Questo è l’approccio intrapreso dagli Stati Nazione arabi, compreso il movimento di liberazione palestinese, per raggiungere i loro obiettivi in questo modo. Con accordi come quello di Camp-David attraverso questo asse si vuole raggiungere prima o poi l’obiettivo. Ma questo percorso non significa altro che rendere ancora più profondi i problemi sociali arabi, cosa che alla fine darà impulso a spunti di soluzione radicali. Questo percorso da un lato può soddisfare gli Stati Nazione arabo-oligarchici che si basano sul petrolio, ma le profonde richieste economiche e democratiche dei popoli non potranno mai essere soddisfatte in questo modo. I popoli arabi hanno un monte di problemi economici e democratici che si è accumulato nel corso della storia. Gli Stati Nazione arabi, come organizzazioni satellite della modernità capitalista, non vogliono nemmeno sentir parlare della soluzione pratica di questi problemi. I problemi che si vanno sempre più aggravando vengono mascherati in forma di conflitti artificiali religiosi e settari, si sviluppano in una direzione tale che sull’esempio dell’Iraq significano o la dissoluzione, il crollo e conflitti fino all’amara fine o richiedono soluzioni profonde dal punto di vista economico, sociale, culturale e democratiche nazionali.
Il secondo approccio nella soluzione dei problemi arabi può essere intrapreso solo sulla base del superamento della modernità capitalista. Qui entra nell’ordine del giorno il distaccamento dal sistema. Va compreso correttamente che il radicalismo islamico o l’Islam politico non rappresentano una modernità alternativa. L’Islam come cultura può svolgere un ruolo solo nella vita di una modernità alternativa alla modernità capitalista. La modernità democratica come paradigma che si avvicina di più alle realtà storiche e sociali dei popoli del Medio Oriente, anche per i popoli arabi è l’opzione più forte e più adeguata. La modernità alternativa dei popoli è la modernità democratica che è sempre stata in conflitto con la modernità capitalista ed è costituita dall’unità dei movimenti democratico-nazionali, socialisti, ecologici, femministi e culturali.
* Il testo è una traduzione dagli scritti per la difesa di Abdullah Öcalan “Kürt Sorunu ve Demokratik Ulus Çözümü – Kültürel Soykirim Kiskacinda Kürtleri Savunmak“ (La Questione Curda e la Soluzione delle Nazione Democratica – Difendere i Curdi Sotto la Minaccia del Genocidio), pubblicato in lingua turca nel marzo 2012 per la casa editrice Mezopotamya Verlag.
[N.d.T.: il presente testo è la versione italiana della traduzione tedesca pubblicata sul sito Civaka Azad il 9.6.2017]