Kurdistan

Il nodo Deir ez-Zor – Cosa sta succedendo in Siria?

Mentre procede l’operazione su Raqqa, si susseguono vorticosamente gli eventi nei territori di confine della Siria in guerra civile. Questo vale per il nord del Rojava così come per l’area di confine meridionale e quella orientale con la Regione Autonoma del Kurdistan e l’Iraq.

Il mondo attualmente osserva con attenzione come le Forze Democratiche della Siria (FDS) con il sostegno della coalizione internazionale mette sempre più alle strette IS nella sua presunta capitale Raqqa. Ma all’ombra dell’operazione su Raqqa l’alleanza russo-siriano-iraniana ha avviato un’ondata di operazioni in direzione di un’altra città strategica dal nome Deir ez-Zor. Questa città si trova a sudest di Raqqa ed è anch’essa occupata da IS. E mentre il regime siriano con il consistente sostegno dei suoi alleati avanza in direzione del confine irakeno, le milizie sciite Hashd al-Shaabi in Iraq, a sud di Mosul e Shengal, hanno già raggiunto il confine con la Siria. Se quindi le truppe siriane dovessero riuscire ad avanzare ulteriormente in direzione est e raggiungere il confine, le milizie irakeno-sciite, Teheran (e con questo anche Mosca) la prospettiva di un corridoio senza soluzione di continuità dall’Iran, passando per l’Iraq fino alla Siria (quindi al Mediterraneo). Questo sarebbe uno sviluppo con molto potenziale esplosivo dal punto di vista geopolitico.

Come detto all’inizio, gli eventi si susseguono vorticosamente. Così le forze del regime siriano nella loro marcia verso est hanno raggiunto il sud della città di Tabqa, che a sua volta è tenuta dalle forze delle FSD. Poi sono stati prima comunicati attacchi aerei del regime Baath su postazioni delle FSD, dopodiché la coalizione internazionale ha abbattuto un aereo da guerra del regime. In parallelo con questi eventi è stato comunicato che l’esercito iraniano dalla città orientale curda di Kermanshah (quindi dal territorio dello Stato iraniano) ha lanciato missili a medio raggio in direzione di postazioni di IS a Deir ez-Zor. Tutto questo è successo solo il 18 giugno.

Già prima di questi eventi ci sono stati costanti subbugli e tensioni politiche. Soprattutto la Russia cercava pretesti per rallentare l’avanzata delle FSD verso Raqqa. Inizialmente è stata sparsa la voce che le FSD avrebbero aperto un corridoio per gli islamisti dell’IS nei pressi di Raqqa perché potessero ritirarsi in direzione sud e lì procedere contro le forze del regime. Queste voci prive di attendibilità, che probabilmente volevano legittimare un intervento diretto contro le forze delle FSD, non hanno trovato terreno fertile e sono svanite in fretta.

Quando ho fatto domande sulla situazione attuale in Siria al giornalista e conoscitore della regione Ahmet Çimen, ha confermato le mie osservazioni. „Il regime Baath ha sfruttato bene la situazione. Che senza gli Hezbollah libanesi, l‘Iran e naturalmente la Russia, non abbiano forza d’urto militare è fuor di dubbio. Ma proprio in questa combinazione hanno praticamente sgomberato un’area molto ampia senza una seria resistenza da parte di IS. Ora sono avanzati fino all’est di Aleppo e Homs e fino al sud di Tabqa. Non si immischieranno nella battaglia intorno a Raqqa. Il loro obiettivo è Deir ez-Zor. Perché da Palmira fino appunto a Deir ez-Zor c’è una lunga striscia di terra con importanti giacimenti petroliferi. E naturalmente si tratta anche mettere sotto il proprio controllo insieme alle milizie di Hashd al-Shaabi un corridoio sciita dall’Iran fino alla Siria“, così Çimen.

Ma guardiamo gli sviluppi ancora una volta in ordine cronologico. Il 3 e 4 maggio ad Astana è stato firmato l’accordo sulle zone di cessate il fuoco per la Siria. Il 6 giugno le Forze Siriane Democratiche hanno avviato l’offensiva finale per la liberazione di Raqqa. Successivamente anche il regime siriano ha iniziato la sua offensiva contro IS e nella terza settimana di giugno è arrivato fino a sud di Tabqa.

Il 5 giugno l’Arabia Saudita, su impulso degli USA ha proclamato un embargo contro il Qatar. Lo Stato del Golfo è accusato di sostenere gruppi armati dell’Iran, i Fratelli Musulmani nonché Hamas, e di alimentare in questo modo il terrorismo. Anche gli attacchi del 7 giugno al Parlamento e al Mausoleo di Khomeini in Iran, nei quali 18 persone sono state uccise da IS, si sono verificati in questa fase caotica. Il 10 giugno l’esercito siriano è avanzato nei pressi della regione della Siria meridionale di al-Tanf in direzione est e ha raggiungo in confine con l‘Iraq. Dopo di che il piano era che il regime Baath sarebbe avanzato da ovest e l’Iran da est in direzione di Deir ez-Zor per prevenire un’ulteriore avanzata delle FSD verso Raqqa. Inoltre la città per via delle risorse idriche e petrolifere e per la sua vicinanza con il confine irakeno ha un particolare significato. Ma mentre le forze del regime Baath e dell‘Iran avanzavano, nella regione di al-Tanf ci sono stati nuovi sviluppi. Gli USA hanno addestrato militarmente alcuni gruppi dell’ELS nella regione di al-Tanf vicino al confine con la Giordania e l’Iraq perché attribuiscono a questo territorio un’importanza strategica. Per questa ragione gli USA il 18 maggio, il 6 e 8 giugno, hanno bombardato le forze del regime Baath nella regione di al-Tanf e abbattuto droni armati.

Se l’Iran dovesse davvero riuscire ad aprire e allargare un corridoio attraverso Deir ez-Zor, l’influenza dell’Iran fino al Libano sarà rafforzata. Gli approvvigionamenti tra Hezbollah e Hamas sarebbero facilitati e con il collegamento con il Mediterraneo, l‘Iran controllerebbe anche la linea di trasferimento dell’energia. Quindi da Teheran fino al Mediterraneo e al Libano ci sarebbe un collegamento senza soluzione di continuità. Anche l’influenza dell’Iran sulla regione curda locale, il governo di Bagdad e su Damasco crescerebbe. Ovviamente questo indebolirebbe anche chiaramente la posizione della Federazione Democratica Siria del Nord. Nelle conferenze di pace internazionali come Ginevra in questo modo la posizione dei curdi non migliorerebbe di certo. Gli sforzi diplomatici per il riconoscimento dei curdi e uno status per la Federazione Siria del Nord subirebbero un duro contraccolpo.

Mentre si verificavano tutti gli sviluppi sopraelencati erano già all’ordine del giorno le trattative di pace Ginevra 6 e Ginevra 7. Se gli avanzamenti della Russia, dell’Iran e della Siria dovessero avere successo, allora la loro voce otterrà un peso maggiore. A cosa porterà questo? Il lancio di missili da parte dell’Iran su Deir ez-Zor sono stati una prova di forza e un tentativo di intimidazione. Ad essere intimiditi dovevano essere i sauditi e il Rojava. L’Iran con questo non ha fatto altro che dichiarare di essere in grado di condurre attacchi dal proprio territorio. In futuro ci potremmo aspettare che le forze del regime Baath e le milizie iraniane sfrutteranno ogni occasione per attaccare con il consenso della Russia e dell’Iran le forze nel Rojava.

 Mehmet Ali Beydağı sullo spostamento degli scontri militari nei territori di confine della Siria in guerra civile e la gara tra USA e Russia, 21.06.2017

Questo editoriale è stato pubblicato in originale il 20.06.2017 con il titolo “Dera Zor jeopolitiği” sul quotidiano Özgürlükçü Demokrasi.

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