Deputati vogliono la consultazione sull’indipendenza. Gli USA chiedono la revoca. Bagdad minaccia intervento militare. Nel fine settimana la Casa Bianca ha criticato a chiare lettere l’intenzione del Presidente Masud Barzani nella Regione Autonoma del Kurdistan nel nord dell’Iraq di far votare il 25 settembre . su uno Stato curdo indipendente. Il referendum sarebbe una distrazione rispetto alla lotta contro »Stato Islamico«. L’appello al voto nei »territori contesi« sarebbe »particolarmente provocatorio e destabilizzante«. Con questo si intendono quelle zone che come la città petrolifera di Kirkuk sono abitate in maggioranza da curdi, ma si trovano al di fuori della regione autonoma. Il governo USA ha invitato il governo curdo a disdire il referendum e ad entrare in un »dialogo serio e durevole« con Bagdad. Obiettivo di Washington è di mantenere i curdi come contrappeso rispetto alla crescente influenza iraniana in Iraq.
Venerdì oltre 65 dei 111 deputati del Parlamento curdo a Erbil hanno votato per lo svolgimento del referendum. Il »Movimento per il Cambiamento« (Gorran) di opposizione e il partito islamico boicottavano questa prima sessione del Parlamento da 23 mesi perché non sarebbe stata convocata in modo regolare. L’opposizione fino ad oggi rifiuta una consultazione popolare del genere.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri irakeno Haidar Al-Abadi sabato a colloquio con l’agenzia stampa AP ha minacciato un intervento militare contro Erbil nel caso il referendum dovesse portare alla violenza. »Mettere in discussione la Costituzione e i confini dell’Iraq equivale a un invito aperto alle forze regionali di violare loro stessi i confini dell’Iraq«, ha dichiarato Al-Abadi, evidentemente con riferimento ai Paesi vicini Turchia e Iran.
Domenica pomeriggio l’Alto Consiglio per il Referendum doveva riunirsi sotto la guida di Barzani per consultarsi sull’ »alternativa« proposta dagli ambasciatori di USA, Regno Unito e il rappresentante del Segretario Generale dell’ONU per una soluzione delle divergenze tra Erbil e Bagdad. Barzani l’aveva già respinta sabato durante una manifestazione a Dohuk in quanto insufficiente.
di Nick Brauns
Junge Welt