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UIKI : Il popolo curdo è preoccupato per le condizioni del leader Abdullah ÖCALAN

Ci sono novità preoccupanti rispetto alla salute del leader del popolo curdo Abdullah Öcalan. Negli ultimi due giorni alcune aree stanno diffondendo nei social media notizie sul fatto che Öcalan sarebbe morto in carcere. Noi come popolo curdo siamo preoccupati per la vita di Öcalan.

Voci recenti e discussioni nei media turchi sul fatto se sia vivo o meno hanno creato gravi preoccupazioni tra i curdi in Turchia, nel Medio Oriente e in Europa, compresa l’UE.

Tutti sono consapevoli della sensibilità del nostro popolo e del suo partito rispetto alla salute e alla vita del leader del popolo curdo. Tenendo a mente questo, è indispensabile che le novità che vengono diffuse non siano falsificate. Le dichiarazioni del Pubblico Ministero di Bursa non sono in alcun modo sufficienti.

È un diritto fondamentale della sua famiglia, dei suoi rappresentanti legali e dell’opinione pubblica essere informati sulla salute di Öcalan. Per questa ragione deve essere permessa con urgenza una vista Öcalan da parte dei suoi legali e della sua famiglia.

Non è possibile per il nostro popolo credere a una dichiarazione ufficiosa da parte del Pubblico Ministero di Bursa. Continueremo ad essere preoccupati fino a quando non avremo notizie su Abdullah Öcalan da una fonte affidabile.

Il governo dell’AKP di Erdogan è direttamente responsabile per la sicurezza e la salute di Öcalan e ogni male di cui abbia sofferto. I suoi legali e la sua famiglia hanno il diritto di ricevere informazioni sulla sua situazione.

• Facciamo appello al Comitato per la Prevenzione delle Tortura (CPT) perché intervenga per garantire che siano ottenute le informazioni necessarie.


• Facciamo appello ai gruppi curdi e alle aree democratiche perché agiscano e chiedano spiegazioni sulla salute di Öcalan e la situazione della sua sicurezza.


• Facciamo appello alle forze internazionali che hanno consegnato Öcalan alla Turchia il 15 febbraio 1999 perché intervengano in nome dell’umanità e delle loro responsabilità collettive sulla sua detenzione e sul suo processo di cui poi si è accertato che è stato iniquo e sul fatto che è stato accertato che è stato oggetto di tortura psicologica ai sensi della Convenzione Europea sui Diritti Umani (ECHR).

 

Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia – UIKI Onlus

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