Da più di un anno non si hanno notizie attendibili sullo stato di salute di Abdullah “Apo” Ocalan, uno degli uomini più rilevanti e noti del movimento di resistenza curdo rinchiuso dal 1999 in isolamento assoluto nell’isola-carcere di Imrali in Turchia. Negli anni è stato continuamente torturato, fisicamente e psicologicamente.
Oltre ad Ocalan nelle carceri turche ci sono decine di migliaia di prigioniere e prigionieri politici che lottano, anche con scioperi della fame, per ottenere libertà e giustizia.
E’ un dovere di chiunque abbia a cuore la libertà e la giustizia scendere in piazza, a Bolzano e ovunque nel mondo, PER PRETENDERE DI AVERE INFORMAZIONI SULLO STATO DI SALUTE DI OCALAN E PRETENDERE LA SUA LIBERAZIONE, come di quella di tutti i dissidenti e le dissidenti rinchiusi nelle carceri turche.
Negli ultimi anni le milizie curde delle YPG/YPJ sono state decisive nella sconfitta dello Stato Islamico, il loro progetto di confederalismo democratico è inoltre l’unica possibilità per costruire un Medio Oriente lontano da ogni forma di nazionalismo e fondamentalismo religioso.
L’Unione Europea, nonostante le decine di migliaia di arresti avvenuti in Turchia, fra cui anche membri dell’HDP, partito della sinistra parlamentare, ha continuato a versare miliardi di euro nelle casse di Erdogan, per finanziare il contenimento dei profughi siriani. Varie aziende italiane ed europee inoltre realizzano profitti vendendo mezzi e tecnologie militari all’esercito turco, rendendosi complici di crimini efferati ai danni della resistenza e dei civili curdi.