Ankara reagisce alle rivelazioni con accuse golpiste contro diplomatici USA ed ex-agenti -Dichiarazioni del commerciante di oro Reza Zarrab davanti a un tribunale di New York al momento stanno mettendo in difficoltà il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Il vicedirettore della banca statale turca Halkbank, Mehmet Hakan Atilla, attualmente in carcerazione preventiva, è accusato dalla procura di aver violato l’embargo economico emanato nei confronti dell’Iran da parte degli USA nel contenzioso sul nucleare.
Anche il 34enne Zarrab, un ricchissimo vitaiolo con nazionalità iraniana, turca e azerbagiana, era stato arrestato nel marzo 2016 a Miami con questa accusa. Rischia 95 anni di carcere. Per questo si è dichiarato disponibile a collaborare con la giustizia USA e si presenta come supertestimone contro Atilla. Zarrab ha dichiarato che per anni con l’approvazione di Erdogan ha fatto affari con l’oro Teheran tramite la Halkbank per poter pagare in questo modo forniture di gas iraniane. A questo scopo avrebbe corrotto l’allora Ministro dell’Economia Mehmet Zafer Caglayan con circa 50 milioni di dollari. La Turchia non è vincolata dall’embargo USA contro l’Iran, ma le sanzioni minacciate da Washington contro le banche turche potrebbero colpire in modo sensibile l’economia già di per sé in difficoltà.
Zarrab già alla fine del 2013 era stato la figura chiave nelle indagini sulla corruzione contro l’area più strettamente legata a Erdogan. Intercettazioni telefoniche rilevarono come all’epoca Erdogan aveva istruito suo figlio Bilal perché mettesse al sicuro soldi in nero nascosti in casa. L’indagine liquidata da Erdogan come tentato »golpe giudiziario« contro il suo governo era stata avviata da pubblici ministeri appartenenti al movimento del predicatore Fethullah Gülen. Da allora c’è guerra aperta tra l’AKP e il movimento Gülen, in precedenza suo alleato di lunga data, che sarebbe responsabile anche del fallito golpe militare del luglio 2016. Allo stesso modo il governo turco, che ora ha fatto sequestrare il patrimonio di Zarrab compreso il suo jet privato, vede nel processo di New York una »congiura del movimento Gülen«. Quest’ultimo, secondo quanto sostenuto il Ministro degli Esteri Mevlüt Cavusoglu, avrebbe infiltrato il sistema giudiziario USA.
Ora Ankara è passata a giocare di rimpallo per accusare a sua volta Washington del sostegno al golpe e al terrorismo. Così l’agenzia stampa statale Anadolu nel fine settimana ha pubblicato un’intervista con Talal Silo, l’ex portavoce delle Forze Democratiche Siriane (FSD) sostenute dagli USA. Il generale turkmeno, che a metà novembre sotto le minacce dei servizi segreti turchi nei confronti della sua famiglia era ritirato in Turchia, nelle dichiarazioni ha accusato l’incaricato speciale del Presidente USA per la »coalizione anti-IS«, Brett McGurk, di ingannare l’opinione pubblica rispetto alla fornitura di armi alle FSD. Le armi in realtà andrebbero alle Unità di Difesa del Popolo curde (YPG) che a loro volta sarebbero identiche al Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK). »Vogliono usare Talal Silo come leva nel caso Reza Zarrab perché in questo processo negli USA la corruzione del governo dell’AKP viene svelata passo per passo«, sospetta il portavoce delle YPG Nuri Mahmoud parlando con l’agenzia stampa Firat.
A partire dalle affermazioni di Silo una finora sconosciuta »piattaforma civile per la lotta contro l’organizzazione di Fethullah-Gülen« ha sporto una denuncia penale contro McGurk. Non è escluso che un giudice si renda effettivamente disponibile ad emettere un mandato di cattura contro il diplomatico USA. Di recente tribunali turchi hanno già emesso mandati di cattura contro l’ex vice-presidente della CIA Graham Fuller e lo scienziato ed ex collaboratore della CIA Henri J. Barkey. I due ex agenti secondo quanto riferito nella stampa vicina all’AKP, avrebbero guidato il tentativo di golpe del 15 luglio 2016. L’80enne Fuller aveva già messo termine alla sua carriera nei servizi segreti 30 anni fa, ma nel 2006 faceva parte degli intercessori ai quali Gülen deve un permesso a soggiornare in modo durevole negli USA. L’esperto di Vicino Oriente del Wilson Center Barkey a sua volta nella notte del golpe aveva preso parte a un convegno sull’isola di Büyükada nei pressi di Istanbul.
di Nick Brauns
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