Da due giorni lo stato turco guidato da Erdogan ha lanciato una massiccia operazione militare via aerea e via terra contro il cantone di Efrin in Rojava. I bombardamenti aerei hanno già provocato numerosi morti sia fra i civili che fra i combattenti delle milizie di autodifesa. Questo attacco è un ulteriore tappa della guerra senza quartiere che il regime di Erdogan sta portando avanti da anni contro l’esperienza del confederalismo democratico in Rojava (basato sul femminismo, sull’ecologia e sul rifiuto dello stato-nazione) e contro la voglia di libertà dei popoli di quella regione. Tutto ciò avviene con il silenzio complice delle varie potenze impegnate nell’area (dagli Usa alla Russia). Questo nonostante le milizie di autodifesa delle YPG/JPG siano state le uniche sul campo ad aver combattuto vittoriosamente l’Isis.
Occorre rompere il silenzio su ciò che sta accadendo in quella regione e ribadire il nostro sostegno alla rivoluzione in Rojava, un’esperienza che, fra tanti limiti e contraddizioni, è l’unica alternativa sociale ad oggi reale alle dilanianti lotte per il potere, che assumano caratteri e rappresentazioni nazionali o imperialiste, etniche, tribali o religiose
Venerdi 26 gennaio ore 17.30 Piazza Unità -Trieste
Coordinamento Kurdistan-Trieste