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Amministrazione autonoma nel nord della Siria chiede zona di divieto di volo per Afrin

giovedì sera diversi media internazionali riferiscono che l’amministrazione autonoma della Federazione Democratica Siria del Nord, di cui fa parte anche il cantone di Afrin, starebbe chiedendo un intervento militare dell’esercito siriano per la difesa di Afrin. Nelle notizie viene in parte suggerito che l’amministrazione abbia chiesto l’invio di militari siriani a Afrin. È possibile che alcune rappresentazioni non rendano giustizia né all’effettivo contenuto della dichiarazione né siano sufficientemente contestualizzate rispetto allo scenario delle complicate condizioni della guerra in Siria.

Il Presidente siriano Assad, poco prima dell’inizio della guerra contro Afrin aveva messo in guardia la Turchia da un attacco e minacciato chiaramente di abbattere aerei da combattimento turchi se questi fossero penetrati nello spazio aereo siriano. Questo però non è avvenuto, motivo per cui l’aviazione turca ha potuto eseguire centinaia di attacchi su Afrin. La Federazione Democratica Siria del Nord, della quale Afrin è uno dei cantoni, in passato si è sempre espressa per l’unità territoriale della Siria. Rappresenta una prospettiva democratica per tutta la Siria. È in questo contesto che va intesa l’ultima dichiarazione dell’amministrazione autonoma. Le rappresentazioni nei media internazionali in parte sono inadeguate. L’amministrazione autonoma in effetti chiede una fine degli attacchi contro Afrin, una zona di divieto di volo per Afrin e il riconoscimento politico della Federazione Democratica Siria del Nord in occasione del 4° anniversario della proclamazione del Catone di Afrin del 29 gennaioscorso. Queste richieste sono rivolte sia allo Stato siriano sia alle potenze regionali e internazionali.

Una zona di divieto di volo per Afrin sarebbe una misura efficace per arginare gli scontri a Afrin e significherebbe allo stesso tempo una protezione efficace per la protezione civile. Negli attacchi aerei delle forze armate turche finora hanno perso la vita circa 50 civili. Solo la scorsa notte sette persone appartenenti alla stessa famiglia sono state uccise in un attacco aereo nella regione di Mabata. Per la fine della guerra e una pace duratura in Siria è imprescindibile il riconoscimento politico della Federazione Democratica Siria del Nord da parte dello Stato siriano, dei Paesi della regione e delle potenze internazionali.

Nella giornata di oggi in più di un milione di persone scenderanno in piazza in oltre 200 città manifestare contro l’aggressione contro il catone di Afrin e per chiedere l’intervento della Comunità Internazionale perché venga immediatamente messa fine a questa sporca in palese violazione della legalità internazionale e dei diritti umani..

27 gennaio 2018,

UIKI – Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia

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