Rassegna Stampa

La Jihad di Ankara

La Turchia in Siria punta si bande di terroristiche islamiste, bombarda ospedali e  scuole, i curdi riferiscono dell’uso di Napalm. Più va avanti la guerra di aggressione della Turchia conto la regione autogovernata di Afrin nel nord della Siria, più all’opinione pubblica arrivano particolar disturbanti sulla conduzione della guerra da parte di Ankara. Nei giorni scorsi i jet da combattimento di Erdogan non hanno bombardato solo zone residenziali civili, ma anche infrastrutture e siti archeologici: Un tempio millenario vicino alla località di Ain Dara e un ospedale a Jhindires sono stati in parte distrutti, nel villaggio di Gubele in un attacco sono morti otto civili, tra cui tre donne e due bambini.

Domenica ora l’esercito turco oltre ai bombardamenti a tappeto dall’aria e al fuoco di artiglieria, in almeno due punti avrebbe usato il Napalm. Rubar Berxwedan, un portavoce delle Unità di Difesa del Popolo curde YPG, ha confermato a junge Welt l’uso dell’arma bandita a livello internazionale nei pressi di Kevire Ker e Gire Qestel (Bursaja), due colline contese strategicamente importanti. Le bombe incendiarie sarebbero state lanciate da elicotteri.

Nonostante una campagna di disinformazione dei media turchi applicata su ampia scala, diventa inoltre sempre più chiaro chi sono le truppe ausiliarie del regime turco in questa guerra. Una parte delle milizie ora riunite sotto l’etichetta »Esercito Libero Siriano« in Siria si è già fatta un nome in battaglie precedenti. Ci sono anche miliziani di Harka Nur Al-Din Al-Senki. La milizia sunnita nel luglio 2016 era diventata nota a livello internazionale per la decapitazione ripresa in video del dodicenne Abdullah Issa. All’invasione partecipa anche Ahrar Al-Sharkija, una piccola scissione del Fronte Al Nusra, propaggine di Al-Qaeda. Un gruppo che si conosce soprattutto perché il suo comandante era stato filmato mentre stuprava un minore. Foto dal villaggio siriano di Kurni mostrano inoltre il mercenario di Jhaish Al-Nukhba, un’aggregazione di cinque milizie jihadiste, delle quali faceva parte anche la filiale di Al-Qaeda Nusra. Inoltre alla »guerra santa« del governo turco dovrebbero esseri uniti anche terroristi ceceni. Questo è suggerito dal fatto che anche la stampa di corte di Ankara ha comunicato la morte di Muslim Al-Jhishanis a Afrin. L’islamista ceceno era sulla lista delle sanzioni USA.

Altri »partner« eminenti della Turchia sono: Ahrar Al-Sham, Jhaisch Al-Nasr e quelle milizie siriane turkmene che nel novembre 2015 hanno assassinato il pilota dell’aereo da combattimento russo abbattuto. La Turchia non solo si serve di bande islamiste, ma anche di miliziani fascisti all’intero delle sue truppe regolari, vicini ai cosiddetti Lupi Grigi. Il caratteristico saluto dei lupi di questi ultranazionalisti si vede su numerose foto da fronte – mostrati tra l’altro da soldati che posano su carri armati tedeschi »Leopard« e portano fucili tedeschi »G3«.

La concezione del mondo delle truppe ausiliarie riunione dalla Turchia si distingue appena da quella di »Stato Islamico«. Molti gruppi in fasi precedenti della guerra sono stati addestrati e armati dagli USA. La maggior parte di queste formazioni negli anni passati sono state indebolite e respinte. Ora sperano di potersi nuovamente insediare in Siria al fianco di un Paese NATO.

 

di Peter Schaber

 

https://www.jungewelt.de/artikel/326301.ankaras-dschihad.html

 

Foto di : AP

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