Diritti umani

Prigioniera transessuale in sciopero della fame a oltranza

La prigioniera transessuale Diren Coşkun si trova ormai da sette giorni in sciopero della fame a oltranza per protesta contro le condizioni di detenzione nel carcere n. 2 di Tekirdağ. Chiede il suo diritto a cure e interventi medici.

Diren Coşkun, attivista del gruppo LGBTI curdo Keskesor è stata arrestata nell’agosto scorso. Da una settimana si trova in sciopero della fame a oltranza nel carcere turco n. 2 di Tekirdağ per protestare contro le sue condizioni di detenzione e rivendicare il diritto a trattamenti medici. Attraverso il servizio di notizie brevi di Twitter Kıvılcım Arat, attivista e componente della direzione dell’associazione di solidarietà LGBTI a Istanbul ha diffuso un appello di Diren Coşkun.

Arat, che ha fatto sapere che Diren Coşkun viene tenuta una piccola cella di tortura, ha pubblicato il seguente appello di Diren Coşkun:

„Io informo l’opinione pubblica democratica che il 25 gennaio ho iniziato uno sciopero della fame a oltranza fino alla morte. Per chiedere la fine dell’isolamento e il mio diritto a cure mediche rischio la morte.

Preferirei la morte se mi si dovesse privare del mio diritto a cure e operazioni mediche e non dovesse finire l’isolamento aggravato al quale siamo esposte. Noi qui siamo esposte a molte pratiche che violano la dignità umana. Sono in carcere da agosto e tuttavia continuo a dover scrivere domande per ottenere una pinzetta. Nel magazzino del carcere ci sono solo utensili per la rasatura, biancheria e altre cose per uomini. Se una persona dalla sua incarcerazione ha alle spalle già tre tentativi di suicidio, è evidente che c’è un problema, o no? Ho già provato per tre volte a togliermi la vita. Non mi si viene incontro di un solo passo né si risponde alle mie domande.

Anche se il posto giusto per la mia richiesta è la 1° camera penale, la mia richiesta è stata trasmessa alla camera penale in servizio. Lì mi è stato comunicato che mi devo rivolgere alla 1° camera penale. Dal giorno del mio arresto mi vengono negati i miei diritti e gli obblighi di legge del sistema sanitario e sono continuamente esposta a pratiche arbitrarie.

Le pratiche alle quali siamo sottoposte nel carcere n. 2 a Tekirdağ sono: privazione die nostri diritti, molestie, isolamento. L’amministrazione del carcere minaccia continuamente sanzioni per farmi desistere dallo sciopero della fame a oltranza. Allora io dico: ‚Io mi sono consegnata alla morte. Di quale punizione si può parlare?‘“

„Dai medici fino al personale del carcere ogni persona fa parte dell‘apparto repressivo“

Kıvılcım Arat ha dichiarato che le prigioniere nel carcere n. 2 di Tekirdağ vengono sistematicamente spinti alla morte passo per passo: „Tra migliaia di uomini due transessuali quotidianamente vengono spinte al limite della morte. Dai medici nell’ospedale di Tekirdağ fino ai medici in carcere, al personale e alla direzione del carcere, ogni persona fa parte di questo apparato repressivo“, così l’attivista.

 

 

ANF

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